Split payment: cos'è come funziona scissione pagamenti PA fino al 2023

Split payment 2020 cos'è e come funziona il meccanismo di scissione pagamenti con il quale le PA versano IVA direttamente all'Erario e non al fornitore

Split payment: cos'è come funziona scissione pagamenti PA fino al 2023

La Commissione europea ha deciso che l’Italia potrà continuare ad usare lo split payment fino al 30 giugno 2023, adottando la proposta del Consiglio Ue che estende l’autorizzazione concessa al nostro Paese come misura speciale di deroga a quanto previsto dalla direttiva 2006/112/CE in materia di IVA.

 

Ma essattamente che cos'è lo Split payment e come funziona?

Lo split payment è il meccanismo per la scissione dei pagamenti della Pubblica Amministrazione che prevede nuove regole alla liquidazione dell’IVA da parte delle PA.

 

Lo split payment introdotto dalla Legge di Stabilità 2015 (Legge numero 190/2014) è stato prima ampliato dal DL 50/2017 e poi ridotto dal decreto Dignità prevedendo l'esclusione split payment professionisti.

 

Vediamo quindi nello specifico cos'è e come funziona lo split payment 2019 Pubblica Amministrazione, come e a chi si applica la scissione dei pagamenti IVA e la dicitura in fattura che le aziende private che intrattengono rapporti economici e commerciali con le PA devono annotare.

 

Split payment: cos'è e come funziona?

Che cos'è lo split payment e come funziona? 

L'articolo 1 della legge di Stabilità 2015, ha previsto per le Pubbliche amministrazioni che acquistano beni  e servizi, qualora non siano soggetti passivi dell’IVA, di versare direttamente all’erario l’imposta sul valore aggiunto addebitata in fattura dai loro fornitori.

Ciò significa che sono le stesse PA a dover liquidare l'IVA sugli acquisiti effettuati senza che debbano provvedere i loro fornitori.


Tale meccanismo che si chiama split payment significa scissione dei pagamentiè una misura attuata al fine di evitare le numerose frodi in ambito IVA e la continua e inossidabile evasione fiscale che attanaglia l'Italia da vari anni. 

 

L’art. 1, comma 629 della Legge 23 dicembre 2014, n. 190, ha quindi introdotto l'obbligo per la PA a partire dalle fatture emesse dal 1° gennaio 2015 per qualsiasi tipologia di acquisto rilevante ai fini IVA, eccetto le prestazioni di servizi soggette a ritenuta d’acconto, nei confronti di alcuni soggetti della Pubblica Amministrazione, di farsi carico dell’onere di versamento IVA all’Erario.

 

Split payment 2020/2023: a chi si applica?

Lo split payment 2020/2023 è applicato nei rapporti tra imprese private e Pubblica Amministrazione, secondo il classico meccanismo della scissione dei pagamenti che funziona in questo modo: l'impresa privata incassa dalla PA quanto dovuto per l'operazione eseguita al netto dell'IVA, la PA poi si occupa di versare direttamente l'IVA a debito sull'operazione.

 

Vediamo quindi nello specifico quali sono i soggetti obbligati ad applicare lo split payment alla luce anche delle novità introdotte dalla Manovra Correttiva di aprile di quet'anno che di fatto ha esteso la scissione dei pagamenti anche ai professionisti.

 

A chi si applica lo Split payment? 

Lo split payment è obbligatorio per:

  • Stato;

  • organi statali ancorché dotati di personalità giuridica;

  • enti pubblici territoriali e dei consorzi tra essi costituiti;

  • Camere di Commercio;

  • Istituti universitari;

  • ASL e degli enti ospedalieri;

  • enti pubblici di ricovero e cura aventi prevalente carattere scientifico;

  • enti pubblici di assistenza e beneficienza;

  • enti di previdenza;

  • consorzi tra questi costituiti.

In caso di ritardo e omesso versamento IVA da parte della PA, è prevista una sanzione pari al 30% dell'importo non versato.

 

Nello specifico, il nuovo art.17-ter del DPR 633/1972, introdotto dal comma 629 lettera b) della Legge di Stabilità 2015 "Operazioni effettuate nei confronti di enti pubblici" che ha di fatto introdotto il meccanismo di split payment Pubblica Amministrazione, ossia, sulle cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate nei confronti della PA mentre

non si applica lo split payment per i compensi per prestazioni di servizi in cui l'ente pubblico, è il sostituto d'imposta e ed effettua ritenute alla fonte.

 

Per effetto della Manovra Correttiva di aprile 2017, si è allargata la platea delle PA con obbligo di applicazione del meccanismo di scissione dei pagamenti IVA:.

Dal 1° luglio 2017 infatti, si applicano le nuove regole split payment decreto Mef e la scissione pagamenti PA è estesa a:

  • Tutte le amministrazioni;

  • Gli enti ed i soggetti inclusi nel conto consolidato della Pubblica Amministrazione;

  • Le società controllate direttamente o indirettamente dallo Stato, di diritto o di fatto;

  • Le società controllate di diritto direttamente dagli enti pubblici territoriali;

  • Le società quotate inserite nell’indice FTSE MIB della Borsa italiana.

Sempre per effetto del decreto 50/2017 pubblicato in GU, a partire dal 1° luglio è scattato l'obbligo split payment professionisti poi successivamente abolito dal 2018 per effetto del decreto Dignità.

Inoltre in sede di conversione in legge del suddetto decreto:

  • è stata prevista la possibilità, a richiesta dei cedenti o prestatori, cessionari o committenti, di rilasciare un documento attestante i soggetti per i quali è stato applicato lo split payment.

  • è stata inserita la previsione di un rimborso anticipato al fine di sostenere le imprese che a seguito delle nuove disposizioni si troveranno a credito. Le modalita, verranno decise in seguito dal MEF, entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione.

Split payment: aggiornate dal Dipartimento delle Finanze, le liste dei soggetti obbligati ad applicare il meccanismo della scissione dei pagamenti nel 2018.

Gli elenchi aggiornati sono quelli relativi a:

  • società controllate di fatto dalla presidenza del Consiglio dei ministri e dai ministeri;

  • enti o società controllate dalle amministrazioni centrali;

  • enti o società controllate dalle amministrazioni locali;

  • enti, fondazioni o società partecipate, per una percentuale complessiva del capitale non inferiore al 70%, dalle amministrazioni pubbliche. 

Gli elenchi relativi a enti o società controllate dagli enti nazionali di previdenza e assistenza e   società quotate inserite nell’indice Ftse Mib della Borsa italiana restano, invece, sono stati aggiornati.

Lo split payment professionisti è stato abolito per effetto del decreto Dignità.

 

Split payment dicitura in fattura:

Secondo quanto chiarito dal MEF con il comunicato stampa del 9-1-2015, il versamento dell’imposta da parte della PA che acquista beni e prestazioni da un fornitore può essere effettuato in 3 modi.

 

Prima di illustrare le modalità, ricordiamo che le Pubbliche Amministrazioni che applicano la scissione dei pagamenti sono gli enti pubblici quindi lo Stato, Comuni, Regioni, Consorzi, Camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, università, ASL e ospedali, ricovero e cura a carattere scientifico, enti pubblici di assistenza e beneficenza, enti di previdenza come l'INPS e l'INAIL ecc.

Tornando invece alle modalità di versamento IVA split payment le PA possono scegliere 3 opzioni:

  • versamento dell'IVA dovuta dalla PA per ciascuna fattura, da cui derivi l'esigibilità dell'imposta;

  • versamento IVA in ciascun giorno del mese, tenendo conto di tutte le fatture ricevute per le quali l’imposta è divenuta esigibile nel suddetto giorno.

  • eseguendo entro il giorno 16 di ogni mese, un versamento dell’IVA totalmente dovuta dalla PA all'Erario, calcolando tutte le fatture per le quali l’imposta è divenuta esigibile nel mese precedente.

Regime split payment dicitura fattura e registrazione: chi presta o chi cede beni o servizi, deve emettere la fattura con le modalità ordinarie e indicare il riferimento all'art.17-ter del DPR 633/1972, fare poi rivalsa dell'Iva che non viene incassata dal fornitore ma versata direttamente dall'ente pubblico.

 

In sede di registrazione della fattura, l'Iva viene annotata nel registro Iva vendite ma non calcolata nella liquidazione periodica. Tale storno IVA, può essere effettuato con una successiva e specifica scrittura che indichi allo stesso tempo la registrazione della fattura e l'ammontare dell'Iva da dare e da avere.

 

Rimborsi IVA per chi applica lo split payment 2020:

Per i contribuenti che applicano la scissione dei pagamenti, e che inevitabilmete quindi risulteranno a credito, è prevista la possibilità che queste operazioni split payment rientrino nel calcolo di quelle che possono ottenere il rimborso IVA anche trimestrale, del credito basato sull'aliquota media.

 

Sempre lo stesso decreto attuativo, i termini e il modo in cui è possibile effettuare il versamento, e come chiedere il relativo rimborso, quali soggetti economici sono stati inseriti nell'elenco degli ammessi ai rimborsi Iva in via prioritaria sulle operazioni soggette allo split payment.

 

Split payment F24 enti pubblici e codici tributo:

Il Dm 23 gennaio 2015, ha stabilito che il versamento dell'imposta a seguito di scissione dei pagamenti deve essere effettuato dalle pubbliche amministrazioni, il cd. split payment è da versare entro il giorno 16 del mese successivo a quello in cui l'imposta diventa esigibile. Tale versamento di imposta può essere effettuato in 3 modalità:

  • split payment modello F24 Enti pubblici per PA e per chi è titolare di conto corrente alla Banca d'Italia.

  • Versamento unificato per le Pa con conto corrente presso Poste italiane.

  • direttamente all'entrata del bilancio dello Stato per le Pa non comprese negli altri due punti.

 

Split payment PA F24 enti pubblici Codici tributo: Per il versamento dell'imposta split payment le Pubbliche Amministrazioni che utilizano l'F24 Enti pubblici devono indicare il codice tributo "620E", e poi indicare nella sezione contribuente il codice fiscale e la denominazione della PA che effettua il pagamento mentre nella sezione "Dettaglio versamento" va indicato nel campo sezione la lettera F, nella causale il codice tributo, nel riferimento A e B, rispettivamente il mese e l'anno per cui si effettua il versamento.

Se si utilizza il modello f24 la PA deve indicare deve indicare il codice tributo 6040.

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