Come migliorare il recovery

Confindustria spiega al governo cosa non funziona nel Recovery Plan

Gli esperti di Viale dell’Astronomia hanno sollevato quattro questioni prioritarie prima ancora di entrare nel merito del vero e proprio Recovery Plan

Confindustria spiega al governo cosa non funziona nel Recovery Plan

Si è tenuto ieri il primo incontro tra Confindustria e il governo sul Recovery Plan, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) che punta a risollevare l’economia italiana dagli effetti nefasti della pandemia da Coronavirus, occasione storica e irripetibile per il nostro Paese.

 

L’Associazione che rappresenta le industrie italiane, prima ancora di entrare nel merito del PNRR, ha posto quattro questioni prioritarie inerenti il metodo.

 

Confindustria pone quattro questioni importanti al Governo sul Recovery Plan

L’obiettivo che si è posta Confindustria in merito agli incontri con l’esecutivo sul Recovery Plan è quello di battersi esclusivamente per l’interesse nazionale affinché il PNRR raggiunga la sua massima efficacia e credibilità.

 

Gli esperti di Viale dell’Astronomia hanno sollevato quattro questioni prioritarie prima ancora di entrare nel merito del vero e proprio Piano.  

 

La prima osservazione riguarda la mancata conformità con le linee guida indicate dalla UE: ogni riforma strutturale e linea di intervento delle 6 missioni strutturali deve essere declinata secondo una stima precisa degli obiettivi quantitativi che si intende ottenere rispetto alle risorse impegnate affinché la Commissione possa verificarne l’attuazione, sia nell’arco della durata del Piano che negli step intermedi, scongiurando il rischio di revoca dei fondi o, peggio ancora, la restituzione.

 

La seconda osservazione è un effetto della prima poiché, in assenza di un quadro generale di priorità, compatibilità e obiettivi, ogni valutazione rischia di ridursi ad una mera somma di richieste, in nome dei diversi interessi economici e sociali.

 

Senza una stima chiara degli obiettivi sull’aumento dei tassi di occupazione - a partire da giovani e donne sulla diminuzione dei NEET, sull’aumento dei laureati, sulla diminuzione dei gap territoriali e di genere - non è possibile esprimere un parere sull’allocazione complessiva di risorse destinate agli obiettivi di sostenibilità sociale e di crescita della produttività.

 

Confindustria sul Recovery Plan: misure per le imprese e governance

Confindustria si concentra poi sulle imprese, ricordando di aver trasmesso al Governo lo scorso luglio una proposta dettagliata che coniuga, in un unico obiettivo, la riforma degli ammortizzatori sociali e quella delle politiche attive del lavoro, aprendo al coinvolgimento delle Agenzie private per valorizzazione il capitale umano e aumentare l’occupabilità, attraverso il potenziamento dell’assegno di ricollocazione e il contratto di espansione.

 

La scelta che riscontriamo nel Piano invece, non solo sembra essere quella di basarsi ancora essenzialmente sui Centri Pubblici per l’Impiego, ma, soprattutto, non viene indicata la direzione che il Governo intende intraprendere sulla riforma degli ammortizzatori sociali”, osservano gli industriali.

 

Altro capitolo essenziale è la governance, necessaria per una puntuale ed efficiente realizzazione del Piano, ad oggi non ancora delineata, che dovrebbe prevedere modalità di confronto strutturato e continuativo con le parti sociali e un loro coinvolgimento lungo tutto il processo di esecuzione dei progetti.

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