Atteso stasera o al massimo domani il nuovo Dpcm del governo Draghi con le nuove misure anti-Covid al quale dovrebbe affiancarsi il decreto Sostegno, così è stato ribattezzato il Ristori 5 dal governo Draghi.
Il ministro dell’Economia Daniele Franco ha a disposizione 32 miliardi di euro per sostenere imprese, lavoratori e cittadini colpiti dalla pandemia e dalle relative restrizioni di inizio anno per arginare i contagi.
In arrivo nuovi contributi a fondo perduto anche per le Partite Iva, senza codici Ateco.
Decreto Sostegno: in arrivo i nuovi contributi a fondo perduto
È da circa due mesi che le Partite Iva attendono contributi a fondo perduto per le chiusure di inizio anno, con il Ristori 5 ripreso in mano dal nuovo governo Draghi dopo la brusca interruzione dovuta alla crisi di governo e ribattezzato decreto Sostegno.
Il provvedimento, per il quale era stato varato a gennaio uno scostamento di bilancio da 32 miliardi di euro, dovrebbe contenere tra le tante cose contributi a fondo perduto senza il vincolo dei codici Ateco ma anche bonus 1000 euro Partite Iva, stagionali, intermittenti e autonomi e una pace fiscale 2021.
In attesa di una rottamazione quater e nuovo saldo e stralcio è stato disposto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze un nuovo rinvio del termine per il pagamento delle rate della rottamazione ter delle cartelle esattoriali e saldo e stralcio, previsto per il 1° marzo 2021, con la nuova scadenza ancora da indicare.
Partite Iva in attesa del decreto Sostegno per gli indennizzi
Dopo i 10 miliardi di euro distribuiti dal governo Conte bis nel 2020 si decide di passare dai Ristori ai Sostegni di Draghi.
Il decreto Sostegno di prossima attuazione, così è stato chiamato il Ristori 5, dovrebbe contenere nuovi contributi a fondo perduto, che però a differenza di quelli elargiti in precedenza dovrebbero essere generalizzati ossia messi a disposizione di una platea di beneficiari più ampia che comprenderebbe anche i titolari di Partita Iva.
Via il vincolo dei codici Ateco e dei colori delle regioni di appartenenza per lasciare spazio ad un criterio più semplice: quello della perdita di fatturato e dei costi fissi (affitto, bollette, etc).
Si parla di indennizzi fino a un massimo di 150 mila euro per le aziende ed i professionisti che abbiano subito una perdita di fatturato pari ad almeno il 33% rispetto all’anno precedente. I contributi a fondo perduto dovrebbero riguardare solo le attività con fatturati inferiori ai 5 milioni di euro.