Elezioni d’autunno

Roma, centrosinistra pronto alle primarie. A destra è lite Fdi Lega

Il Pd non scioglie ancora il nodo Gualtieri-Zingaretti. Sulle amministrative M5S a corto di strategia. Nel centrodestra Meloni innervosisce Salvini

Roma, centrosinistra pronto alle primarie. A destra è lite Fdi Lega

Sarà il tavolo del centrosinistra romano a chiudere stasera la partita sulle regole per partecipare alle primarie del prossimo 20 giugno nella Capitale, che potrebbero però slittare di una settimana. Di sicuro le votazioni si svolgeranno sia online che in presenza e coinvolgeranno, oltre che i candidati sindaci, anche gli aspiranti presidenti dei 15 municipi. Ma non è solo il ‘regolamento’ con cui si deciderà il candidato al Campidoglio a creare attesa. Piuttosto, in queste ore, si aspetta al varco il Pd sul nodo più importante da sciogliere: puntare sull’ex ministro dell’EconomiaRoberto Gualtieri, o sul governatore del LazioNicola Zingaretti.

 

Intanto, Francesco Boccia, responsabile Enti locali dem, non molla e offre all’ex segretario del Nazareno le rassicurazioni del caso per convincerlo a correre verso Palazzo Senatorio: “La legge va rispettata, non chiede a un sindaco quando si candida a presidente di Regione di dimettersi, così come non lo chiede a un presidente di Regione. Ci si dimette solo quando si ha un altro incarico, chi diventa presidente di Regione essendo sindaco, o viceversa, si dimette il giorno prima”. Più chiaro di così non si può. Zingaretti non rischia nulla, e solo in caso di vittoria il prossimo autunno dovrà lasciare l’incarico alla giunta regionale del Lazio. Resta da capire quali sono le intenzioni dei Cinquestelle nel caso si riapra, con Zingaretti sindaco, il capitolo delle elezioni regionali nel Lazio. Con un anno e mezzo di anticipo rispetto alla scadenza naturale della legislatura. In questa fase il Movimento è nel caos, chiarire chi ha le redini e il potere di condurre trattive è impresa ardua.

 

La pronuncia della Corte di Appello di Cagliari che non ha riconosciuto in Vito Crimi il rappresentante legale di 5S, ha finito per alzare ulteriormente la tensione interna. Tanto da spingere Giuseppe Conte al muro contro muro nei confronti di Davide Casaleggio. Ora l’ex premier ha intenzione di rivolgersi al Garante della Privacy per avere l’elenco degli iscritti al Movimento. La situazione è complicata, legalmente e politicamente. L’'avvocato del popolo' fatica a liberare la strada, che dovrebbe portarlo alla guida del M5S, da vecchi e nuovi ostacoli. E questo, nel momento delicato in cui bisogna decidere i candidati sindaci alle prossime amministrative e definire i termini delle alleanze con il Pd di Enrico Letta.

 

Nel centrodestra, nel frattempo, il match tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini continua. Con la convocazione di un vertice mercoledì, sembrava che il botta e risposta di questi giorni sullo stallo registrato sui candidati avesse trovato una tregua. Non è così. La Lega fa sapere che il tavolo è partito dal responsabile nazionale Enti Locali, Stefano Locatelli e che Salvini non ci sarà. Perché impegnato, tra le altre cose, sulla preparazione dell’udienza che riguarda il caso Gregoretti.  “Mai veti di Fratelli d’Italia, vediamoci”, aveva scritto poco prima Meloni in un messaggio all’ex ministro dell’Interno. Qualcosa sembra essersi rotto nei rapporti tra la leader di Fratelli d’Italia e il capo di via Bellerio, sempre meno alleati e sempre più antagonisti per la futura leadership della coalizione. 

 

Intanto, il governo è impegnato su diversi fronti. Oggi e domani il premier Draghi partecipa al summit europeo di Porto in cui si discuterà anche della proposta di Joe Biden di sospendere i brevetti sui vaccini. Il ministero dell’Economia lavora al decreto Sostegni bis, che slitta ancora ed è atteso per la prossima settimana. Diverse le misure in discussione, tra cui il rinvio del versamento dei contributi per i lavoratori autonomi e i professionisti, la cui scadenza è fissata al 16 maggio. Ma nella maggioranza è ancora il coprifuoco a tenere banco. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha indicato la data del 16 maggio per un possibile giro di boa sui tempi delle chiusure oltre le 22.

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