Salute a 4 zampe

Vaccino anti-Covid per gli animali: è in arrivo dalla Russia. Cos’è?

Si chiama Carnivac-Cov, è prodotto in Russia e potrebbe arrivare anche in Europa. Sarebbe efficace su cani, gatti e visoni. Test anche su un siero italiano

Vaccino anti-Covid per gli animali: è in arrivo dalla Russia. Cos’è?

Il primo lotto è già pronto da poche settimane e inizierà ad essere distribuito a breve. Si tratta del primo vaccino anti-Covid per animali, che è stato prodotto in Russia, proprio mentre il Paese vive la quarta ondata pandemica, con un record di contagi umani e vittime.


Il farmaco potrebbe essere molti utile per gli animali perché, come riportato di recente dalla rivista Nature, sono molti quelli nei quali è stata dimostrata la presenza del coronavirus, anche se sono rari i casi di trasmissione all’uomo.

 

Il vaccino anti-Covid per cani & C.

A dare il primo annuncio è stato il Servizio Federale russo per la Veterinaria e la Sorveglianza Fitosanitaria (Rosselkhoznadzor) che ha fatto sapere di avere realizzato un primo lotto di siero contro il virus Sars-Cov2, pensato appositamente per gli animali, che possono essere infettati. Si tratta di un prodotto contro il Covid-19 per uso veterinario, il Carnivac-Cov, che potrebbe essere somministrati a cani, gatti, ma anche tigri e gorilla, che nei mesi scorsi si è visto che possono essere contagiati.

 

Altre segnalazioni riguardano, invece, puma, leopardi delle nevi negli zoo e visoni. Proprio quest’ultimo animale è stato al centro delle cronache nei mesi scorsi, dopo una serie di focolai nel nord Europa, dove alcuni allevatori si erano infettati proprio in seguito a contatti ravvicinati con i visoni.

 

Arriverà anche in Europa?

Come riferito dall’agenzia russa Interfax, che cita la direttrice dell’ente federale, Yulia Melano, le prime 17mila dosi sono state ordinate e saranno presto recapitate in diverse regioni russe. Ma il vaccino anti-Covid per animali potrebbe arrivare anche in Europa. Sempre secondo Interfax, infatti, “si prepara un dossier per registrare” il vaccino “all’estero, in particolare in Unione europea”.


Insomma, occorrerà un’autorizzazione da parte delle autorità di Bruxelles, come per il vaccino Sputnik. Poi, però, il siero potrebbe arrivare anche in diversi Stati membri che avrebbero già dimostrato interesse, come Germania, Grecia, Polonia, Austria e, fuori dal territorio UE, anche in Kazakistan, Tagikistan, Malesia, Thailandia, Corea del Sud, Libano, Iran e Argentina.


I test ne dimostrerebbero l’efficacia

Come spiegato da Melano alla Tass, gli studi preclinici del vaccino, sono iniziati quasi un anno fa, esattamente ad agosto 2020, e avrebbero portato a dimostrarne l’efficacia e la sicurezza su visoni, gatti, cani e furetti. Dai dati emersi finora, invece, sono stati esclusi dalle sperimentazioni i maiali, perché sembra che sfuggano al virus, come conferma Nature.

 

“Al momento – ha spiegato la responsabile del Servizio russo di veterinaria - possono essere prodotte fino a 3 milioni di dosi al mese. In futuro, se arriveranno ordini, sarà possibile aumentare questa quantità fino a 5 milioni”.

 

Anche l’Italia pensa agli animali

Ma non c’è solo la Russia – peraltro alle prese con una grave nuova ondata pandemica con oltre 22mila contagi al giorno e più di 600 vittime nelle 24 ore – a pensare a un vaccino animale.

 

Anche in Italia sono in corso sperimentazioni di fase 1 nei gatti da parte dell’azienda Evvivax, in collaborazione con un’impresa americana.

 

Sempre negli Usa, invece, è la Zoetis ad aver annunciato di avere pronto un proprio vaccino realizzato in collaborazione con lo zoo di San Diego.

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