L’incontro con la stampa

Draghi che agli italiani non si stanca di dire: “Vaccinatevi”

Con i partiti “nessuna contrapposizione”. Reddito di cittadinanza: “condivido il concetto alla base”. E sulle morti sul lavoro: “Inaccettabile, fare di più”

Draghi che agli italiani non si stanca di dire: “Vaccinatevi”

Prima della pausa di Ferragosto il premier Mario Draghi ha incontrato oggi i giornalisti. Un briefing per fare il punto sulla situazione ma anche per parlare agli italiani e ai partiti della maggioranza. Al Paese il presidente del Consiglio lancia messaggi precisi, che fanno i conti con la “situazione fluida” che l’Italia vive: le cose per “l’economia vanno bene e si spera che vadano anche meglio, ma agli italiani voglio dire: perché sia così vaccinatevi e rispettate le regole”. I vaccini sono una priorità assoluta per l’inquilino di Palazzo Chigi. E al cronista che gli chiede “cosa temere di più nei mesi a venire?” risponde: “dobbiamo essere sicuri di aver fatto di tutto per evitare che la pandemia si aggravi: se basti o no non lo sappiamo. Tutto viene fatto sulla base delle evidenze a nostra disposizione oggi”. Un dato su tutti: “l’Italia ha inoculato più dosi per 100 abitanti di Francia, Germania, Stati Uniti. Occorre che questo sforzo continui”.

 

Tuttavia, pensare che “l’economia andrà sempre meglio non deve far dimenticare i problemi che restano”, nonostante “la crescita molto elevata”. Sul tappeto ci sono: “l’occupazione, le aziende in crisi, la riforma degli ammortizzatori sociali, l’agenda del Pnrr e le deleghe fisco e concorrenza”. Insomma, “la lista è lunga”. Ma “c’è una cosa che sta a cuore a tutti noi”, sottolinea Draghi: “bisogna fare di più per migliorare una situazione inaccettabile sul piano della sicurezza sul lavoro”. Il premier ricorda le recenti vittime, le loro famiglie: “un pensiero affettuoso e commosso a tutti coloro che volevano bene a Laila El Harim. Due mesi fa era la D’Orazio e così via, ogni giorno”.

 

E poi ci sono i travagli della coalizione che sostiene il suo governo. Una maggioranza eterogenea, unita dall’emergenza ma divisa sui dossier principali, su cui spesso permangono distanze siderali. A trovare la quadra finora è stato lui, l’ex banchiere centrale. Che dimostra, ogni giorno di più, grandi doti diplomatiche, puntando nelle trattative su un approccio distensivo per ridurre frizioni, rivalità e dissenso. Anche la lettura fornita oggi in conferenza stampa va in questa direzione. Draghi ha ribadito la centralità delle Camere, quindi delle forze politiche che lì si esprimono: “L’orizzonte” del governo “è nelle mani del Parlamento. Non posso esprimere vedute”, replica a chi gli domanda se il governo arriverà al 2023, fino alla fine della legislatura. Quasi a rimarcare che i partiti non sono esautorati, checché ne scrivano i giornali. Sottolinea: con loro “non esiste contrapposizione.

 

Questo governo vive perché c’è il Parlamento. I partiti guardano ai risultati come faccio io, non hanno obiettivi diversi, lavorano anche loro per il bene degli italiani”. Dunque, pieno riconoscimento del ruolo della politica da parte di un premier che conserva però la capacità di non lasciarsi trascinare nell’agone della dialettica e dello scontro, né ideologico, né dettato da interessi di parte. 

Anche sul reddito di cittadinanza l’ex numero uno della Bce mantiene aplomb e non cede alla logica di schieramento: “È troppo presto per dire se verrà riformato e come cambierà la platea dei beneficiari, ma il concetto alla base io lo condivido in pieno”.

 

Un colpo al cerchio e una alla botte ma che nello stile draghiano significa poi prendere una decisione finale, netta. Alla ripresa, dopo la pausa di due settimane, “il pensiero da tenere chiaro in mente è che ci vorrà la stessa determinazione, se non maggiore, per affrontare le risposte da dare a problemi urgenti. E in cima c’è il lavoro”.

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