Pubblica Amministrazione

Smart working nella PA al 15%: cosa prevede il piano Brunetta

Un emendamento al Dl sul Green Pass definirebbe il lavoro agile come “eccezionale”. Come si estenderà l’obbligo del certificato in tutti gli uffici pubblici

Smart working nella PA al 15%: cosa prevede il piano Brunetta

Introdotto come misura d’emergenza durante il lockdown, lo smart working è entrato nella vita della maggior parte dei lavoratori e fino a poche settimane fa sembrava destinato a rimanerci, in misura più o meno ampia. Eppure di recente si assiste a una marcia indietro, non solo nel settore privato, dove è comunque ancora presente in modo massiccio, laddove le mansioni lo permettono, ma anche e soprattutto nel settore pubblico.

A togliere ogni dubbio è stato il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, che in una intervista al Corriere della Sera ha però chiarito: “Lo smart working nella Pubblica amministrazione non sarà abolito, è auspicabile resti per una quota fino al 15%”.  

L’obiettivo è accelerare il ritorno alla normalità e per raggiungerlo ci sarebbe pronto un piano.

 

Brunetta: “Catalizzare la ripresa”

Il Paese sta crescendo al 6%: dentro questa crescita ci sono consumi, investimenti, produzione industriale, esportazioni, c'è un Paese che comincia ad avere un metabolismo forte e dinamico dopo il lockdown. La burocrazia è altrettanto importante per lo sviluppo. E tornare al lavoro in presenza è una necessità di buon senso. Io vorrei che la burocrazia accompagnasse la crescita, che fosse un catalizzatore della ripresa". Così Renato Brunetta.

Secondo il ministro della Pubblica Amministrazione, che ha parlato dell’argomento in una intervista al Corriere della Sera, "Dei 3,2 milioni di dipendenti pubblici gran parte ha continuato a lavorare sempre in presenza: la sanità, le forze dell'ordine. La scuola sta per ripartire. Adesso è bene che anche tutti gli altri tornino per sostenere la ripresa del Paese".

Ma come raggiungere questo traguardo?

 

Il piano per il lavoro

Secondo indiscrezioni, lo smart working potrebbe essere considerato una misura “eccezionale”, prevedendolo come tale in un emendamento al Dl Green Pass.

Se Brunetta anticipa che si potranno definire “regole contrattuali per disconnessione, produttività e risultati”, il primo passo sarebbe l’abolizione delle percentuali minime di lavoro agile, previste dal Decreto Proroghe (Dl 56/2021) del Conte 2, che aveva già cancellato il 60% come quota di smart working da assicurare per quei lavori nei quali la presenza non fosse indispensabile.

Al momento il lavoro a distanza rimane regolato dalla condizione di stato di emergenza fino al 31 dicembre, dunque nella modalità semplificata che non prevede un accordo individuale, ma l’idea è quella di arrivare a una norma più puntuale.

 

Verso il Green Pass obbligatorio nella PA

Secondo gli esperti, però, nel frattempo si andrà verso l’obbligo del Green Pass per tutti i dipendenti pubblici, dopo averlo reso necessario per gli insegnanti. I nodi da sciogliere, però, sarebbero due: da un lato la possibilità di controlli e sanzioni, per evitare una pioggia di certificati e ricorsi; dall’altro la soluzione di eventuali disparità che si creerebbero, in caso di obbligo a prescindere dalle mansioni a contatto col pubblico, con i lavoratori privati, per i quali non sarebbe previsto necessariamente il Green Pass.

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