Il raduno del 15 agosto

Rave Viterbo, Lamorgese difende l’operato delle forze dell’ordine

La ministra alla Camera: “Senza i controlli della polizia sarebbero stati 30mila”. Proteste di FdI. E Salvini: “Se continua così, si faccia da parte”

Rave Viterbo, Lamorgese difende l’operato delle forze dell’ordine

I servizi di controllo disposti delle forze dell’ordine hanno impedito che si radunassero nell’area del rave fino a 30mila persone”. La ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, nell’informativa alla Camera dei Deputati sul discusso raduno sul lago di Mezzano, vicino Viterbo, difende l’operato delle forze di polizia e precisa che “c’è stato un monitoraggio sui camper che si muovevano sull’Aurelia dal 13 agosto, non una scorta come è stato impropriamente riportato”. Inoltre ha riferito: “Attesi l’alto numero di persone e la presenza di bimbi è stata ritenuta opportuna un’attività dissuasiva, mentre era controindicata l’azione di forza, con lo sgombero dell’area e il ricorso a idranti e lacrimogeni che avrebbero creato rischi per ordine pubblico e salute". 

Dunque, dal Viminale viene respinta ogni accusa sulla gestione del rave party che si è svolto a metà agosto vicino al paese di Valentano, tra Lazio e Toscana. E che molto ha fatto discutere dopo il ritrovamento del corpo senza vita nel lago di un 24enne il giorno 16. Al raduno illegale - denunciato anche da alcuni sindaci in provincia di Grosseto che hanno parlato di “incursione nei propri territori che ha minato la sicurezza dei cittadini, anche dal punto di vista sanitario” - hanno partecipato migliaia di persone, molti di nazionalità francese. 

 

Numerose le contestazioni mosse al ministero dell’Interno sui fatti che hanno coinvolto il viterbese nei giorni dal 13 al 16 agosto. Anche oggi, a distanza di settimane, la vicenda sembra tutt’altro che chiusa. Le parole della ministra hanno acceso nuovamente tensioni. In particolare, proteste sono giunte dai banchi dell’opposizione. Diverse volte il presidente, Roberto Fico, è intervenuto per richiamare all’ordine i rappresentanti di Fratelli d’Italia che hanno ripetutamente interrotto Lamorgese. Prima ancora dell’arrivo in Aula della titolare dell’Interno, un duro attacco era partito dalla leader Giorgia Meloni che ne ha chiesto le dimissioni.

“Con la gestione del Viminale guidata da Luciana Lamorgese, abbiamo assistito a rave party illegali, aumento dell'immigrazione clandestina e scarso controllo del territorio. Un ministro che non ha saputo fare il suo lavoro e che ha lasciato la nostra Nazione in balia di punkabbestia e clandestini. Non possiamo diventare un luogo di ritrovo per sbandati o un mega centro di accoglienza. Chiederemo conto delle sue evidenti responsabilità”. Dello stesso avviso il segretario del Carroccio, Matteo Salvini: “Se Lamorgese continua nel silenzio e nell’assenza si può fare da parte”. Il leghista Riccardo Molinari rincara la dose: “Ministro noi siamo entrati nel governo per vedere una discontinuità e non per assistere da spettatori a cose che non ci piacciono. Cambi rotta perché così non possiamo andare avanti”.

 

Oggi a Montecitorio la titolare del Viminale ha affrontato anche un altro caso, quello di Somane Duula, il somalo responsabile degli accoltellamenti a Rimini. “Si è presentato spontaneamente il 9 agosto in Questura per chiedere protezione internazionale. In queste circostanze si attiva immediatamente, in base alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e della Convenzione di Ginevra, un’attività di presa in carico dello straniero, in base al principio del ‘non-refoulement’. Questa attività”, ha aggiunto, “riguarda un preciso ed ineludibile obbligo internazionale, è una precondizione di qualunque politica di accoglienza e non è derogabile in alcun modo da parte dello Stato nazionale”.

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