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I blitz di sabato

Movimenti neofascisti, il segnale concreto che il governo deve dare

Draghi va da Landini, l’abbraccio alla Cgil. Il Pd presenta mozione in Senato per sciogliere Forza Nuova. Psi e Iv fanno lo stesso. La destra ambigua.

Movimenti neofascisti, il segnale concreto che il governo deve dare

“È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”. La XII Disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana è chiarissima. I Padri costituenti, a completamento degli articoli della Carta, vollero fissare anche dei paletti molto netti per chi avesse pensato negli anni a venire di poter far rivivere l’ideologia del regime fascista. Nel 1952 la legge n.645 del 1952, la cosiddetta Legge Scelba, rafforzò il disposto del primo comma di quella disposizione entrando nel dettaglio della fattispecie delittuosa e delle conseguenze sul piano sanzionatorio.

 

Nel 1973 grazie a quella legge e a un’inchiesta della magistratura, che sfociò in un processo terminato con numerose condanne, il ministero dell’Interno sciolse il movimento Ordine Nuovo, gruppo extraparlamentare di estrema destra nato alla fine degli anni ’60 e che si richiamava espressamente al disciolto partito fondato da Benito Mussolini. Nel 1976 toccò ad Avanguardia Nazionale. Due precedenti che ci riportano alla memoria anni bui, funestati da rigurgiti fascisti, figli in parte del risveglio di frange estremiste, che anche dopo la Liberazione e la nascita della Repubblica, non avevano mai smesso di serpeggiare pur rimanendo nell’ombra e nell’orbita extraparlamentare. 

 

Da allora sono passati quasi cinquant’anni e l’Italia fa ancora i conti con un estremismo di destra, che questa volta cavalca il populismo e l’opposizione ai vaccini (anche di chi vuole manifestare democraticamente il suo dissenso). L’impronta di questa destra razzista, antisemita e anti-Stato è sempre la stessa, quella che cambia è la modalità con cui cerca sbocchi e mette in atto azioni eversive.

La manifestazione no vax di sabato, sfociata nella violenza e nell’assalto alla sede nazionale della Cgil e al Pronto soccorso del Policlinico Umberto I, con in prima fila personaggi notissimi alla Giustizia e al Viminale, come Roberto Fiore e Giuliano Castellino di Forza Nuova, segna un punto di non ritorno. E lo segna rispetto alla linea ‘morbida’ adottata dallo Stato negli ultimi anni nei confronti di questi movimenti. Un errore che non sarebbe corretto definire di sottovalutazione, perché non lo è, ma piuttosto di strategia che, in un momento così delicato della vita del Paese, le istituzioni preposte non possono permettersi. 

 

Oggi il Partito democratico, come aveva già annunciato, ha presentato una mozione in Senato che impegna il Governo “a dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente, adottando i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione neofascista”. Un’altra mozione simile è stata presentata da Psi e da Italia Viva. Atti di indirizzo che non hanno un potere in sé, ma appunto possono orientare le scelte del Governo. La linea di demarcazione stavolta dovrà essere scevra da ambiguità senza ripetere gli errori fatti negli ultimi anni: l’esecutivo ha la possibilità di agire con decreto del ministero dell’Interno dopo una sentenza della magistratura, oppure con decreto legge “nei casi straordinari di necessità e urgenza”. Ci si aspetta un segnale deciso. Di ambivalenza rispetto al neo-fascismo se ne respira fin troppa già tra le forze di destra che siedono in Parlamento.

 

Prima l’inchiesta giornalistica Lobby nera, che ora è in mano ai giudici, sulle infiltrazioni nella Lega di frange di estrema destra, poi le parole della leader di Fratelli d’Italia che chiama ‘squadrismo’ quello di sabato ma dicendo “di ignorarne la matrice”. Queste libere interpretazioni fanno male al Paese e fanno male alle istituzioni. Oggi il premier Draghi si è recato nella sede della Cgil dove è stato accolto da Maurizio Landini. Tra loro un abbraccio di solidarietà, fortemente simbolico, in cui - siamo certi - tutte le persone che credono saldamente nella democrazia e nei valori costituzionali si sono riconosciute. 

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