La pandemia

In Italia salgono i contagi. Ma non tutti parlano di ‘quarta ondata’

Da oggi in vigore nuove disposizioni sulle quarantene nelle scuole. Intanto, in Germania cresce la preoccupazione per il record assoluto di nuovi casi

In Italia salgono i contagi. Ma non tutti parlano di ‘quarta ondata’

Una settimana contrassegnata in Italia da un aumento dei contagi da coronavirus. Dal 1 al 7 novembre, dai dati del ministero della Salute, emerge che è stata toccata quota 36.095, +17, 22%, rispetto all’ultima settimana di ottobre, quando i nuovi casi sono stati 30.793. Cifre a loro volta in crescita rispetto alla penultima di settimana che registrava un tetto di 23.305 casi. Negli ultimi sette giorni sono aumentati anche i decessi del 6,2%, in totale sono 291. Il numero delle vittime è, dunque, in crescita e segue una curva ondulatoria: sono state 270 nella settimana che va dal 4 al 10 ottobre, 240 dall’11 al 17, 285 nella settimana 18-24 e 274 dal 24 al 31.

 

“Più che di quarta ondata” però, Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, preferisce parlare di “risalita dei casi, con modesto impatto in ambito ospedaliero”. “Sul fatto che ci sia un incremento importante dei casi non ci sono dubbi, sta avvenendo in tutta Europa”, precisa. Ma “in Italia l’impatto dell’aumento dei casi sugli ospedali è quantitativamente inferiore rispetto al periodo in cui non c’erano i vaccini ed è anche meno grave, perché l'incremento maggiore è stato in area medica, non in terapia intensiva”. Per la Fondazione questo non implica abbassare la guardia sulle misure restrittive: “Attenzione a mantenere tutte le precauzioni, come l’utilizzo della mascherina, per evitare un ulteriore incremento della circolazione del virus”.

 

Non esita a parlare di “quarta ondata”, invece, il professor Walter Ricciardi che da qualche tempo a cominciato di nuovo a fare sentire la sua voce. “È in corso in tutto il mondo, anche se l'Italia è messa meglio rispetto ad altri Paesi”, dice il consigliere del ministro Speranza. Precisando però che “la possiamo ridurre. Possiamo far sì che sia un’ondina. Se continueremo a usare protezioni, faremo le terze dosi e gestiremo bene il testing e tracciamento nelle scuole in maniera adeguata resterà un'ondata piccola e non travolgente come accade in altri Paesi”.

 

Intanto, negli istituti scolastici entrano in vigore da oggi le nuove disposizioni sulle quarantene. Sostanzialmente, il protocollo prevede misure diverse a seconda della fascia d’età degli alunni e dello status vaccinale.

Perciò in presenza di un caso positivo in classe, i compagni faranno un test e se è negativo si torna a fare lezione. Ma entro cinque giorni si dovrà fare un nuovo tampone. Diverso è il caso di presenza di due positivi. In tal caso per i vaccinati e gli immunizzati basterà il tampone, per i non vaccinati si dovrà ricorrere alla quarantena.  In presenza di tre contagi la quarantena riguarderà tutta la classe. Per i più piccoli è previsto un test subito e una quarantena di 10 giorni. Per il corpo docente si valuterà il tempo di permanenza a lezione e il contatto con i positivi. Tuttavia, qualora la Asl di competenza non potesse intervenire “subito” il preside può autorizzare la sospensione delle lezioni.

 

Tra i Paesi europei la situazione che preoccupa di più è quella della Germania dove si registra il record di nuovi casi di Covid 19. L’Albert Koch Institute, l’Istituto responsabile per il controllo e la prevenzione delle malattie infettive che fa parte del ministero della Salute tedesco, ha riferito che l’incidenza settimanale ha raggiunto il livello più alto da inizio pandemia, con 201,1 infezioni ogni 100mila abitanti. Tuttavia, nelle ultime 24 ore sono stati registrati 15.513 nuovi contagi, in calo rispetto ai 37.120 record registrati venerdì. Ma c’è da precisare che i dati sono solitamente più bassi dopo il fine settimana.

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