Dose “booster”

Terza dose con vaccini diversi dalle prime due: cosa cambia ed effetti

Per la dose “booster” in molti casi viene offerto un vaccino differente. Ecco le risposte ai dubbi su sicurezza ed efficacia da parte degli esperti

Terza dose con vaccini diversi dalle prime due: cosa cambia ed effetti

Sta capitando a moltissimi italiani: ci si prenota per la terza dose di vaccino anti-Covid e viene prevista la somministrazione di un siero differente rispetto alla seconda e prima dose. In alcuni casi, poi, non si tratta solo di passare a un secondo prodotto, ma persino a un terzo, come chi ha ricevuto AstraZeneca la scorsa primavera, per poi passare a Pfizer con la seconda dose e, infine, a Moderna per la “booster”.

Cosa cambia in termini di efficacia e sicurezza? Può aumentare la protezione?

 

Terza dose differente

Le domande si stanno moltiplicando e arrivano sia ai medici di fiducia che al personale degli hub vaccinali, impegnato con la somministrazione delle terze dosi. È possibile cambiare vaccino rispetto alle prime iniezioni? E cosa cambia? "Non ci sono problemi a cambiare vaccino perché tutti hanno come target la 'spike' e già molte persone sono state vaccinate con combinazione eterologa di vaccini diversi. Pfizer o Moderna vanno entrambi bene indipendentemente da cosa avete ricevuto durante il primo ciclo vaccinale". Così su Twitter ha risposto l'immunologa dell'Università di Padova Antonella Viola, tornando sulla vaccinazione eterologa per la dose di richiamo.

Più cauto l’immunologo dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Andrea Cossarizza: “In teoria la porzione del virus che viene riconosciuta dai vaccini a mRNA, ovvero una sequenza della proteina spike, è sempre la stessa, e quindi l’efficacia non dovrebbe diminuire, ma come al solito servono dati scientifici certi. Sono comunque in fase avanzata diversi studi che ci diranno la reale efficacia di questa strategia vaccinale", come spiegato a Il Resto del Carlino.

"Sull'alternanza dei due vaccini a mRna non c'è uno studio che indichi un vantaggio, ma neanche uno svantaggio: fare una terza dose con Moderna dopo due con Pfizer e viceversa non presenta controindicazioni né per efficacia né per sicurezza" ha dichiarato Roberto Cauda, direttore dell'unità Operativa Complessa Malattie Infettive dell'Ospedale Gemelli di Roma, a Repubblica.

 

Possibili effetti collaterali

Quanto a possibili “conseguenze”, sempre Cossarizza spiega al quotidiano: “Dobbiamo in primo luogo guardare cosa è accaduto nei paesi dove la terza dose è stata già somministrata a milioni di persone. Il Ministero della Salute israeliano ha riportato che gli effetti collaterali più comuni dopo la terza dose di Pfizer, riscontrati in una piccola percentuale degli oltre 3 milioni adulti over 60, sono la spossatezza generale, riscontrata in 87 persone per milione (contro 272 e 251 per milione rispettivamente dopo la seconda e la prima dose), dolore nella zona di iniezione (43 persone per milione nella terza dose, contro 223 e 514 nella seconda e prima).

I disturbi meno comuni e più gravi riscontrati sono mal di testa, febbre, brividi, dolore muscolare. Dati riportati dai CDC americani su oltre 2.200.000 americani (over 65 e soggetti fragili) dicono che dei 22mila soggetti che hanno risposto volontariamente a un apposito questionario, solo il 28% (circa 6.200 persone) ha riportato disturbi moderati o lievi e che durano poco nel giorno successivo alla vaccinazione.

Il sintomo più frequente è stato il dolore al braccio, avvertito nel 71% dei casi (circa 4.300 persone). Il 56% ha riportato stanchezza, il 43% mal di testa, il 7% ha avuto dolori forti. Ma oltre 2,1 milioni di persone, ovvero oltre il 95% dei vaccinati, non hanno risposto al questionario, per cui è verosimile che i problemi siano stati veramente pochissimi – spiega ancora l’esperto - Non ci sono ancora dati disponibili sul rischio di miocarditi e pericarditi legate alla terza dose di vaccino anti-Covid, anche perché al momento il richiamo è stato usato in prevalenza solo alle fasce di età più elevate, mentre, come sappiamo, i rari problemi cardiaci post-vaccino sono stati osservati principalmente negli uomini più giovani ed entro 14 giorni dall’iniezione".

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