Faccia a faccia virtuale

Vertice Biden-Putin: di cosa parleranno nel summit di domani

In un clima di tensione crescente, tutto è pronto per il vertice virtuale tra i due Presidenti, mentre tengono banco la crisi in Ucraina e il caso Taiwan

Vertice Biden-Putin: di cosa parleranno nel summit di domani

Il count down è iniziato ed è anche stato scandito, nelle ultime ore, dal botta e risposta a distanza che ha alimentato nuove tensioni e sospetti reciproci, a partire da quanto sta accadendo ai confini con l’Ucraina, dove sono ammassati centinaia di uomini armati e mezzi.

Di questo (e non solo) parleranno domani il Presidente statunitense, Joe Biden, e quello russo, Vladimir Putin, in un atteso summit virtuale, confermato da Cremlino e Casa Bianca.

 

Di cosa parleranno Biden e Putin

Sicuramente la tensione in Ucraina rimane al centro delle attenzioni. Biden venerdì scorso ha avvertito esplicitamente Mosca che gli Usa stanno preparando “un insieme di iniziative” dissuasive per rendere “molto, molto difficile per Putin fare quello che si teme possa fare”.

L’ipotesi è che la Casa Bianca stia pensando a un ulteriore inasprimento delle sanzioni, da coordinare con l’Unione europea. Dal canto suo il presidente russo, Putin, chiede “garanzie di sicurezza”, cioè che la Nato non si espanda a est più di quanto già avvenuto dalla caduta dell’Urss, inglobando nell’Ue Ucraina e Georgia.

Di questo, ma probabilmente anche del caso Taiwan che vede contrapposti Usa e Cina, parleranno domani i due leader statunitense e russo nel summit virtuale.

 

Il caso Ucraina: pronto un attacco russo?

Proprio fonti ufficiali di Washington hanno fatto sapere che il capo della Casa Bianca durante il colloquio esprimerà le preoccupazioni americane per l'attività militare russa ai confini con l'Ucraina. Joe Biden è anche pronto a ribadire il sostegno Usa alla sovranità e all'integrità territoriale ucraina.

 

Cosa sta succedendo in Ucraina

Da alcuni giorni i riflettori sono tornati ad essere puntati sulla ex Repubblica sovietica, teatro dal 2014 di un conflitto tra le autorità centrali e le due repubbliche separatiste filorusse di Donetsk e Lugansk, nella regione del Donbass.

Le ostilità erano iniziate dopo l'annessione russa della Crimea, che avevano provocato anche diverse vittime, stimate in oltre 13 mila.

Nei giorni scorsi il Washington Post ha svelato che Mosca sarebbe pronta a invadere l’Ucraina.

Per questo avrebbe ammassato migliaia di uomini e mezzi al confine, con la scusa di una imponente esercitazione militare. Ma il Cremlino ha smentito le indiscrezioni e i sospetti, accusando a sua volta l'Occidente di azioni destabilizzanti nel Mar Nero. In particolare si è fatto riferimento alla presenza di navi da guerra statunitensi e britanniche nelle acque circostanti.

 

Kiev preoccupata

Ad essere preoccupato, intanto, è il ministro della Difesa ucraino, Oleksii Reznikov, convinto che la Russia stia preparando un'offensiva su larga scala, da non effettuare nell’immediato, bensì a gennaio. Anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ritiene che il Cremlino possa avere intenzioni offensive nei confronti di Kiev.

Sul campo al confine con l’Ucraina “ci sarebbero 100 gruppi tattici di battaglione con un numero stimato sino a 175 mila soldati, insieme a blindati, artiglieria e altro equipaggiamento", scrive il Washington Post citando un dirigente dell'amministrazione sotto anonimato e documenti non classificati dell'Intelligence statunitense, tra cui immagini satellitari.

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