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Gli equilibri in Ue

Perché il neo-cancelliere Olaf Scholz ha incontrato prima Macron

Il governo di Berlino fa le sue mosse per rinsaldare la cooperazione con Parigi. Ma l’asse Italia-Francia adesso è più forte e peserà sui processi in atto

Perché il neo-cancelliere Olaf Scholz ha incontrato prima Macron

Non sarà facile per il nuovo cancelliere tedesco, Olaf Scholz, raccogliere l’eredità di Angela Merkel. E nemmeno riposizionare il ruolo tedesco in una Ue alla ricerca di nuovi assetti, che ha visto nella fase pandemica la stessa Merkel dirimente sul Next Generation Eu ma meno decisiva di Italia e Francia. Che il leader tedesco, alla guida della coalizione formata da socialdemocratici, liberali e verdi, abbia scelto Parigi per la sua prima visita istituzionale all’estero non è solo questione di consuetudine consolidata.

 

Francia e Germania sono legati da un Trattato, quello dell’Eliseo, rinegoziato nel 2019 ad Aquisgrana, che a lungo è stato l’unico nel panorama della Comunità europea prima, dell’Unione poi, ad essere stipulato tra due Stati sovrani. Piuttosto potremmo dire che il passo è stato compiuto per impellente necessità. Quella di ridimensionare la portata dell’asse italo-francese che si è appena consolidato con il Trattato del Quirinale, firmato a Roma da Mario Draghi ed Emmanuel Macron. Così Scholz, a meno di 48 ore dal suo insediamento, è volato a Parigi dall’inquilino dell’Eliseo che il prossimo aprile tenterà il bis alle elezioni e che, in ogni caso, da gennaio assumerà la presidenza di turno a Bruxelles. Berlino ha bisogno di ridisegnare una mappa strategica delle relazioni nel Vecchio Continente e, al contempo, di assumere di nuovo una leadership basata su ritrovata sintonia con Parigi. Nella consapevolezza che il peso dell’Italia, da quando c’è Draghi, ha mutato equilibri e forme di collaborazione.

 

L’Ue vive adesso una fase assai incerta che richiede maggiore risolutezza su diversi fronti: politica economica, difesa, immigrazione, lotta ai cambiamenti climatici, transizione tecnologica. Ma anche scelte non solo dettate da interessi, bensì capaci di ritrovare valori comuni e farli rispettare. Con l’ondata pandemica nulla è più come prima nei confini europei, come fuori da essi. E i tre giganti mondiali – Stati Uniti, Cina e Russia – sono pronti a sfidarsi su terreni cruciali: energia, commercio, potenza militare. Le prime mosse del neo cancelliere hanno lo scopo di dare a Paesi amici e non, l’input su quella che sarà la posizione tedesca in un scacchiere complicato e in repentino mutamento. A mordere c’è soprattutto l’economia che chiede risposte in un quadro sanitario nuovamente incerto.

 

Nella conferenza stampa tenuta insieme al presidente francese, Scholz ha dato un primo segnale. “Crescita” e “solidità delle finanze”, ha detto, “non sono incompatibili”. Chiaro il monito, gli Stati devono avere i conti pubblici in regola, e chiaro lo stop a chi nutre la speranza che un allentamento del Patto di Stabilità vada inteso più come una deregulation che come parziale rimodulazione delle disposizioni attuali. “Si tratta di mantenere la crescita generata” dal Next Generation Eu, ha aggiunto.

“Allo stesso tempo dobbiamo lavorare alla solidità delle nostre finanze. Non è qualcosa in contraddizione, sono due facce di uno stesso sforzo”.  Secca la risposta di Macron. Pur riconoscendo “la convergenza solida di vedute e la volontà di far lavorare insieme i due Paesi”, ha rimarcato le intenzioni della Francia, in linea con l’Italia, di “ripensare” le regole di bilancio dell’Ue e dar vita a un’Europa maggiormente orientata verso investimenti e crescita.

 

L’altolà dell’Eliseo evidenzia sin d’ora che Francia e Germania sono distanti su politiche di bilancio e austerity e che qualcosa è cambiato nei rapporti tra i due Paesi. Mentre il Trattato del Quirinale indica che Roma e Parigi si muoveranno all’unisono su temi nevralgici. Ma non sono questi tempi per prove di forza a Bruxelles. Meglio tracciare percorsi, anche inediti, che rafforzino le istituzioni sovranazionali e il ruolo dell’Ue nella dimensione geopolitica globale. Un’Europa più forte è interesse di tutti, anche della Germania.

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