si cambia (di nuovo)

Super Green Pass, ipotesi validità di 12 mesi o fino all’autunno

Il Governo ha allo studio una modifica della durata del certificato vaccinale, ma solo per chi ha la “booster”. Richiami forse annuali o in autunno

Super Green Pass, ipotesi validità di 12 mesi o fino all’autunno

Nuovo dietrofront dell’esecutivo, che a pochi giorni dall’entrata in vigore delle norme restrittive anti-Covid per chi è sprovvisto di Super Green Pass, sta pensando di modificarne la validità. Il “pasticcio” si è creato perché, prevedendo di ridurre la durata della certificazione vaccinale da 9 a 6 mesi, molti che hanno ricevuto la terza dose per primi – tra i quali il personale sanitario, i fragili, ma a seguire anche insegnanti e forze dell’ordine – si troverebbero già a marzo senza più “copertura”. Il risultato sarebbe di non poter aver accesso a tutti i servizi sociali.

Da qui la corsa contro il tempo per tornare ad “allungare” la validità del pass, che però rimarrebbe di 6 mesi per chi ha solo due dosi o per i guariti con immunità naturale.

 

Super Green Pass, si cambia (di nuovo)

La durata del Green Pass ottenuto con vaccinazione (“Super”) è già cambiata a partire da dicembre scorso. Come si legge sul sito del Governo, “Dal 15 dicembre 2021 la durata della validità della Certificazione verde COVID-19 da vaccinazione è passata da 12 a 9 mesi”. Ma dal 1° febbraio scenderà nuovamente, passando a 9 a 6 mesi. Da qui l’allarme. L'ipotesi è di prevedere una scadenza annuale o in autunno, quando potrebbe rendersi necessario un richiamo. 

Se la validità sarà prolungata per chi ha ricevuto la terza dose, non così sarà per chi ne ha ricevute solo due o per chi è guarito: per queste due categorie la durata rimarrebbe di 6 mesi.

 

Caos scuola, i presidi chiedono nuove regole

Intanto è caos nelle classi, dove il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, parla di ruolo della scuola “Completamente snaturato”. “I dirigenti e i loro collaboratori non riescono più a occuparsi di questioni scolastiche ma esclusivamente di problemi sanitari e parasanitari”, afferma Giannelli, che aggiunge: “I dirigenti sono sottoposti a una pressione psicologica senza precedenti anche da parte dei genitori che chiedono loro conto della farraginosità della procedura e dell'inerzia delle ASL”.

Ai problemi legati alla burocrazia dei certificati e dei tamponi, si aggiunge il problema della gestione dei ragazzi per molti genitori che lavorano: “Nella maggior parte dei casi, sarebbero impossibilitati a lavorare se la scuola non ammettesse i loro figli alle lezioni in presenza. Con le conseguenze che possiamo immaginare sul piano sociale ed economico", dice ancora il presidente dell’ANP.

 

La protesta dei tabaccai per l’esclusione

Intanto la Federazione italiana tabaccai ha deciso di indire uno sciopero, in data ancora da comunicare, per protestare contro l'obbligo di controllo del Green pass. "Le tabaccherie hanno assicurato, durante il lockdown, servizi essenziali. Un impegno ora disconosciuto. Il nostro lavoro va tenuto in considerazione. Lo ribadiremo al sottosegretario Costa che, ci auguriamo, comprenderà le nostre ragioni. Se così non fosse, lo sciopero sarà inevitabile". Così il presidente della Federazione, Giovanni Risso.

Come ricordato dalla categoria, “In tabaccheria entrano 13 milioni di italiani al giorno non solo per comprare le sigarette ma, soprattutto, per pagare le bollette, ritirare un pacco o comprare i biglietti dei bus locali. Clienti che già ora, con le regole attuali e date le ridotte dimensioni delle tabaccherie italiane, entrano uno alla volta, rispettando pazientemente il proprio turno. Come si può non immaginare il caos che l'obbligo di controllo del Green pass porterà? Come si può non vedere che piuttosto che fare la fila per acquistare un pacchetto di sigarette legali ci si rivolgerà al mercato clandestino, in mano a chi certamente non è interessato al possesso del Green pass?".

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