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Sottosegretario Andrea Costa (Salute): “Discoteche aperte da luglio”

Il sottosegretario dice a The Italian Times che non è più tempo di sole restrizioni: “Meglio aprire, ma in sicurezza”. Sì alla terza dose e aumento tamponi

Sottosegretario Andrea Costa (Salute): “Discoteche aperte da luglio”

Nelle ultime settimane il ritmo della campagna vaccinale è aumentato, con il superamento anche delle 600mila dosi somministrate al giorno, tanto che ci si prepara alla riapertura anche delle discoteche, così si avvicina la data in cui si potrà fare a meno della mascherina all’aperto.

 

Intanto, si parla di terza dose, così come della necessità di non farsi cogliere impreparati in autunno, quando si tornerà a scuola, aumentando i tamponi. Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, spiega quali sono gli scenari futuri e le azioni immediate, come i provvedimenti relativi alla riapertura delle discoteche.

 

 

Sottosegretario Costa, si sta riaprendo tutto, aumentano le Regioni in zona bianca, mentre i gestori delle discoteche lamentano di essere stati in qualche modo dimenticati. Il timore è di replicare gli errori della scorsa estate, con gli assembramenti notturni?

Andrea Costa: «Le discoteche sono, per definizione, luoghi dove si sta insieme e vicini. Certo, non bisogna ripetere gli errori del passato, ma nel senso che non possiamo limitarci al solo criterio del distanziamento. Io credo che vadano aperte, ma per andare a ballare individuando criteri diversi, come il contingentamento dei numeri e soprattutto un protocollo che permetta monitoraggio e accessi controllati. La soluzione credo che sia il Green Pass che permette spostamenti e ingressi in sicurezza. Tra l’altro, le discoteche non sono solo luoghi di divertimento, ma rappresentano un settore economico importante, con oltre 3000 attività e più di 2 miliardi di fatturato all’anno, che merita pari dignità degli altri».

 

A quando, allora, una data certa?

Andrea Costa: «Proprio oggi (giovedì 10 giugno, NdR) ho incontrato i rappresentanti di categoria, che chiedono una data certa per programmarsi, con il personale e l’organizzazione necessaria. E’ stato è presentato un protocollo, sottoposto al Cts, che potrà integrarlo o modificarlo, ma la data va individuata al più presto e io dico di più: credo che, stando ai numeri, luglio sia il momento giusto per una riapertura graduale, partendo dai locali all’aperto. Con 40 milioni di dosi finora e al ritmo attuale, per fine giugno arriveremo a 50 milioni, siamo sulla strada giusta. Un’ultima riflessione: disporre di un protocollo giova anche dal punto di vista del controllo e del monitoraggio: è meglio avere qualche centinaio di ragazzi dentro un locale controllati e immunizzati, piuttosto che ritrovi improvvisati e senza misure di protezione. Comprimere soltanto non aiuta».

 

Intanto per qualcuno è già tempo di vacanze e resta il nodo delle somministrazioni in vacanza. Dal commissario Figliuolo è arrivata una parziale apertura, seppure riservate a “casi eccezionali”. E’ così?

Andrea Costa: «Sì. Fino a poco tempo fa c’erano difficoltà logistiche per la condivisione dei dati e per la disponibilità di dosi. Ma oggi i vaccini non mancano, ovviamente parliamo di soggiorni di lungo periodo, non certo di fine settimana: credo che tutti avremo il buon senso di non prenotare il richiamo proprio in quei giorni».

 

Il problema è che manca un’anagrafe vaccinale nazionale, digitalizzata?

Andrea Costa: «Certo. Pur rispettando e condividendo l’autonomia delle Regioni, credo che sulla gestione dei dati informatizzata e condivisa dobbiamo fare uno sforzo ulteriore. Grazie ai fondi del Recovery e per la digitalizzazione penso si potrà realizzare».

 

Per i turisti, però, non ci sarà la possibilità di vaccinarsi in Italia, come invece aveva annunciato di poter fare la Grecia…

Andrea Costa: «Penso che il problema sarà superato, ora che arriverà il Green Pass europeo, che porterà la giusta uniformità a livello comunitario, per esempio con il tampone antigenico entro le 48 ore (72 per quello molecolare) o 9 mesi dal completamento del ciclo di vaccinazione e la possibilità di avere il certificato valido dopo 15 giorni dalla prima dose».

 

A quando e perché la terza dose?

Andrea Costa: «Gli esperti del Cts e della comunità scientifica credo che concordino ormai tutti sulla necessità di una terza dose. Quanto a possibili periodi, i dati disponibili oggi ci dicono che sarà prevista verosimilmente a 10/12 mesi dalla prima somministrazione, quindi verso novembre/dicembre a partire da sanitari e persone fragili».

 

Sottosegretario, quando toglieremo le mascherine? L’infettivologo Bassetti le toglierebbe subito per gli immunizzati, altri sono più cauti e aspetterebbero almeno luglio/agosto. Cosa ne pensa?

Andrea Costa: «Sulle mascherine sono molto chiaro: la politica deve avere il coraggio di fare delle scelte ed essere credibile. Se ogni giorno diciamo che la vaccinazione è la via d’uscita dalla pandemia e stimiamo che ad agosto avremo somministrato 75 milioni di dosi, vuol dire che oltre il 50% della popolazione sarà vaccinata, quindi all’aperto ritengo che potremo toglierle. Ovviamente sempre con prudenza, senza assembramenti e con senso di responsabilità. Penso sia importante dare un messaggio positivo e di prospettiva, basandoci sempre sui numeri. Se poi la situazione sarà migliore, potremo anche anticipare».

 

In vista dell’autunno, però, i virologi insistono: occorre riprendere il tracciamento, aumentando i tamponi. Lo hanno chiesto sia Fabrizio Pregliasco che Andrea Cristanti. E’ possibile aumentarne il numero?

Andrea Costa: «Questo è un tema fondamentale, dobbiamo tornare a tracciare il virus perché è chiaro che quando sono aumentati i contagi, il tracciamento è saltato. Non possiamo più permettere che riaccada, perché in caso di nuove eventuali criticità, dobbiamo poter circoscrivere e risolvere il problema».

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