Verso la fine della pandemia

Via le mascherine, riaprono le discoteche. Che fine farà il Green Pass

Intanto confermata la morte di Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina, al centro delle polemiche per le posizioni sui vaccini anti-Covid, a Milano

Via le mascherine, riaprono le discoteche. Che fine farà il Green Pass

Da oggi, venerdì 11 febbraio, stop all’obbligo di indossare le mascherine all’aperto, anche se andranno tenute in tasca in caso di assembramenti e per i locali al chiuso. Unica eccezione la Campania, dove il Governatore ha firmato un’ordinanza che dispone il mantenimento di obbligo di mascherina all'aperto fino al 28 febbraio.

Restano, però, le perplessità di alcuni esperti riguardo le riaperture, che potrebbero essere premature, nonostante il calo della curva epidemica.

 

Cosa cambia

Le mascherine, dunque, possono non essere indossate nei luoghi aperti, fatte salve condizioni di assembramento, per cui vanno sempre portate con sé. Durante l'attività sportiva non è obbligatorio indossare i dispositivi, così come non sono tenuti a portarle alcune categorie: “i bambini di età inferiore ai sei anni; le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con un disabile in modo da non poter fare uso del dispositivo".

 

I prossimi passaggi

Dal 15 febbraio entra in vigore l’obbligo di vaccinazione sui luoghi di lavoro per gli over 50 (per chi non rispetta l’obbligo è prevista una multa dai 600 ai 1500 euro), mentre dal 1° marzo dovrebbero aumentare le capienze degli stadi al 75% (60% nei palazzetti dello sport al chiuso). Dal 31 marzo, salvo sorprese, cessa lo stato di emergenza, in vigore ormai da due anni.

 

Quando scomparirà il Green Pass?

Il dibattitto è ancora nel vivo. È probabile che il certificato verde rimarrà anche nel caso di mancata proroga dello stato d’emergenza, forse fino al 15 giugno. Quanto alle mascherine al chiuso, "dovremo tenerle almeno fino all'estate" dice Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute, ospite di Tagadà su La7. “Al chiuso non se ne parla proprio: le mascherine vanno portate ancora per un periodo di tempo". Di "follia" ha parlato, intanto, Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, al Tg di Cusano Italia Tv: "Con il fatto che si sta avvicinando la scadenza dello stato di emergenza nel dibattito scientifico e politico si stanno introducendo termini che ci convincono poco. Si parla di un virus rabbonito o di fine pandemia. Sono distorsioni della realtà molto azzardate.

 

Morto Montagnier: la conferma

Intanto è arrivata la conferma della morte del virologo francese Luc Montagnier: la scomparsa era stata anticipata nelle scorse ore dal giornale FranceSoir, ma era avvolta nel mistero. È stato poi il quotidiano Libération che ha annunciato di aver avuto accesso al certificato di morte, presso il comune di Neuilly in cui lo scienziato di 89 anni era ricoverato.  c'è l'ospedale dove era ricoverato lo scienziato di 89 anni. Restano da chiarire, però, le cause del decesso. "Se n'è andato in pace, circondato dai suoi figli", ha detto a FranceSoir il dottor Gérard Guillaume, uno dei suoi più stretti collaboratori.

Nel 2008 Montagnier aveva ricevuto insieme a Françoise Barré-Sinoussi il premio Nobel per le sue ricerche che nei primi anni Ottanta avevano portato alla scoperta del virus dell’HIV. Poi una serie di affermazioni ne avevano minato la credibilità nella comunità medico-scientifica, fino alle posizioni sui vaccini anti-Covid. A gennaio, invitato alla manifestazione organizzata a Milano dal senatore Gianluigi Paragone, aveva affermato: "Saranno i non vaccinati a salvare l'umanità", aveva detto dal palco lo scienziato accolto da un'ovazione del migliaio di presenti. "All'interno dei vaccini - aveva proseguito - è contenuta una proteina tossica. Ci sono tanti morti e numerosi giovani sportivi hanno problemi cardiaci importanti".

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