Allargamento Nato

Perché Draghi riceve la premier finlandese Sanna Marin a Roma

Mercoledì il bilaterale italo-finlandese, giovedì il premier in Parlamento sull’invio di armi. Freno della Turchia, liberi primi militari della Azovstal

Perché Draghi riceve la premier finlandese Sanna Marin a Roma

La politica estera e quella interna si intrecciano in queste ore. Da un lato tengono banco le richieste di ingresso nella Nato da parte di Finlandia e Svezia, che hanno confermato l’intenzione di interrompere la storica neutralità, di fronte all’evolversi della situazione in Ucraina. Dall’altro il premier, Mario Draghi, è pronto a ricevere a Palazzo Chigi proprio la premier finlandese, Sanna Marin, attesa mercoledì a Roma e l’estensione dell’Alleanza atlantica rimane uno dei temi sul tavolo.

D’altro canto continua ad agitare le acque la decisione di un nuovo invio di armi da parte dell’Italia all’Ucraina, di cui giovedì lo stesso presidente del Consiglio riferirà in Parlamento e che vede la contrarierà da parte del Movimento 5 Stelle e della Lega.

Il tutto mentre in Ucraina è stato raggiunto un accordo che ha permesso l’evacuazione di oltre 260 combattenti ucraini dall'acciaieria Azovstal.

 

Azovstal: fuori i primi 264 militari

Secondo quanto annunciato con un videomessaggio dalla vice ministra della Difesa di Kiev, Ganna Malyar, sono 264 i combattenti che hanno lasciato la struttura nelle scorse ore, dopo un accordo con le forze di Mosca. Non è chiaro chi abbia condotto le trattative, ma l’evacuazione sarebbe avvenuta a fronte di uno scambio di prigionieri con la Russia.

"Il 16 maggio, 53 feriti gravi sono stati evacuati dall'Azovstal verso Novoazovsk per ricevere assistenza medica e 211 altri sono stati trasportati a Olenivka attraverso un corridoio umanitario", ha confermato Malyar. La svolta è avvenuta dopo che il ministero della Difesa russo aveva annunciato in giornata una tregua con l’Ucraina.

Il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, a sua volta ha motivato la scelta spiegando che "Il battaglione Mariupol ha compiuto la sua missione, gli eroi ci servono vivi. Ora altre attività diplomatiche".

 

La Turchia e il freno all’estensione della Nato

Sul fronte diplomatico la Turchia non sembra voler rinunciare al proprio ruolo di mediazione tra Mosca e Kiev, mentre sul terreno ucraino proseguono gli scontri a sud e a est. Il Governo di Ankara ha ribadito la propria perplessità sull’allargamento della Nato alla Finlandia e alla Svezia, dopo che entrambe hanno annunciato di voler chiedere ufficialmente di entrare nell’Alleanza atlantica. Erdogan teme soprattutto la massiccia presenza (specie in Svezia) dei curdi del Pkk, che in Turchia sono considerati “terroristi”.

Dura, invece, la risposta del presidente russo, Vladimir Putin: “Risponderemo all'espansione dell’Alleanza atlantica”. Sempre dal Cremlino arrivano nuove accuse gli Usa: “Armi batteriologiche ai nostri confini”.

Ad alimentare nuove tensioni è anche l’avvio di una massiccia esercitazione della Nato nei Paesi baltici, già in programma da prima dell’inizio del conflitto.

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