Il video da film

Ruberti e il «diverbio calcistico» che l’ha portato alle dimissioni

«Me devono venì a chiede scusa in ginocchio. Non se devono permette de dimme ‘me te compro’. Io li sparo, li ammazzo» le frasi shock del capo di gabinetto

Ruberti e il «diverbio calcistico» che l’ha portato alle dimissioni

«Me devono venì a chiede scusa per quello che mi hanno chiesto a cena... A me non me dicono ‘io me te compro’. Je dò cinque minuti pe venì a chiedeme scusa in ginocchio. Se devono inginocchià davanti a me e chiedere scusa. Altrimenti io lo scrivo, a tutti, quello che sti pezzi de m... mi hanno chiesto. Non se devono permette de dimme ‘me te compro’. Io li sparo, li ammazzo». Così il video pubblicato da Il Foglio registra la scena da film di Albino Ruberti, capo di gabinetto del sindaco di Roma Roberto Gualtieri, e prima del presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

 

I pochi secondi del video non fanno capire a cosa e a chi Ruberti si stia riferendo con quei toni così rabbiosi e certamente sembra al quanto difficile una reazione del genere ad un «Diverbio calcistico», così come è stata definita la scena dallo stesso interessato al giornale diretto da Claudio Cerasa, al quale rivela: "Si tratta di una lite per motivi calcistici, accaduta circa due mesi fa a Frosinone con una terza persona, che non voglio citare, al termine di una cena. Alla scena erano presenti anche Vladimiro e Francesco De Angelis con il quale ho ottimi rapporti. Niente di più”.

 

Alla lite assiste però anche Sara Battisti, consigliera regionale del Pd, originaria di Frosinone e compagna del capo di gabinetto del Comune di Roma che nel video si sente mentre cerca di tranquillizzarlo e lui le risponde: "Sara se stai dalla parte loro io prendo le conseguenze....". Il video si interrompe con con un urlo di sottofondo "oddio" di una donna.

 

 

Fatto che ha portato in mattinata Ruberti ha rassegnare le dimissioni.

 

Pd: "L'episodio non resterà senza conseguenze"

"Il caso Ruberti svelato dal Foglio? Episodio gravissimo che non può restare senza conseguenze". Così fonti del Nazareno hanno condannato l’episodio.

 

Calenda: “Soave ambientino del Pd romano"

"Questo è il soave ambientino del Pd romano. Il capo di gabinetto di Gualtieri, già capo di gabinetto di Zingaretti che "amministra" il potere. Se fosse accaduto a noi Repubblica ci avrebbe aperto il giornale". Carlo Calenda, leader di Azione, ha commentato l’accaduto con un tweet .

 

M5S: "Espressioni e atteggiamenti da 'gangster'

I consiglieri del MoVimento 5 Stelle e della Lista Civica Virginia Raggi in una nota "hanno chiesto due cose al sindaco Gualtieri: le immediate dimissioni di chi usa espressioni e atteggiamenti da 'gangster', tanto più che si tratta del suo Capo di Gabinetto, nonché il chiarimento della vicenda da cui sembrano emergere altre minacce e presunte richieste avvenute durante una cena". 

Nella nota i consiglieri aggiungono: "Dopo aver dovuto sopportare che Mr. 'Lei non sa chi sono io', celebre frase pronunciata sempre dallo stesso personaggio all'epoca ancora Capo di Gabinetto del presidente della regione Lazio, Zingaretti, agli agenti della Polizia Locale di Roma che lo avevano sorpreso ad una cena in terrazza tra amici mentre il resto degli italiani erano costretti in casa da soli per il lockdown, entrasse in Campidoglio a gestire la città, oggi non è più possibile chiudere un occhio. Siamo certi che il sindaco Gualtieri, da persona garbata qual è, vorrà allontanare immediatamente questa persona da sé e dall'amministrazione romana. È stato superato il limite della decenza e se Gualtieri coprisse questo scempio sarebbe complice di una grave offesa alla Città".

 

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