l’appuntamento elettorale

In vista delle Europee 2024 le alleanze Ue dividono la maggioranza

La proposta di Salvini di «un patto scritto» non è piaciuta affatto a Tajani che dice mai con Le Pen e a Meloni che taglia corto e vola dai Conservatori

In vista delle Europee 2024 le alleanze Ue dividono la maggioranza

Manca poco meno di un anno all’appuntamento elettorale forse più importante degli ultimi anni, e sono già diversi gli schieramenti politici che iniziano ad animarsi dettando alleanze o veti. Iniziano così le prime tiepide strategie che ci porteranno verso le elezioni Europee 2024, quelle che potrebbero cambiare il volto dell’Europa così come lo abbiamo finora conosciuto e quelle che potrebbero farci dire addio all’alleanza Ursula spostando l’asse verso destra, in armonia a quanto sta già avvenendo all’interno di alcuni Stati membri, come ad esempio l’Italia. Ed è proprio nel nostro paese che dalla maggioranza di governo arrivano i primi segnali e malumori circa le alleanze a Strasburgo. 

 

Il patto sulle alleanze Ue che non piace a nessuno 

La proposta di «un patto scritto» per le alleanze alle Europee non è piaciuta a Fratelli d’Italia e Forza Italia. Salvini che dopo il colloquio con Marine Le Pen, ha invocato «una casa comune del centrodestra» si è poi molto irritato con i suoi alleati. Tajani ha messo il veto di FI sui francesi del Rassemblement National e i tedeschi di Alternative Fur Deutschland. «Con la Lega e Salvini - dice Tajani- non c’è nessun problema a fare un accordo. Ma come FI e Ppe è impossibile fare un accordo con Afd e il partito della signora Le Pen per un motivo molto semplice: sono due partiti antieuropeisti e non si può governare l’Europa con due partiti antieuropeisti». Il suo piano ideale è «una maggioranza con Popolari, Conservatori e Liberali».

Meloni invece ha tagliato ancora più corto rispondendo freddamente che «Non ci sono trattative in corso».

«Davvero l’amico Tajani preferisce continuare a governare con Pd, socialisti e Macron?». Risponde a stretto giro Salvini che aggiunge «una fetta del Ppe desidera guardare a destra e recidere una volta per tutte gli accordi con la sinistra». E «l’unica speranza di cambiare l’Europa - è il suo pensiero - è tenere unito tutto quello che è alternativo alla sinistra. Chi si comporta diversamente, fa un favore ai socialisti». 

 

Meloni aspetta Spagna e Polonia 

E sempre a proposito delle elezioni del 2024, la premier nella sua intervista al Corriere della sera, ha fatto notare come in Ue «cresce la consapevolezza che l’accordo innaturale tra popolari e socialisti non sia più adeguato alle sfide che l’Europa sta affrontando». Tanto che «a Bruxelles si creano alleanze allargate alternative alla sinistra». «È una fase stimolante, i Conservatori e l’Italia possono giocare un ruolo centrale». Ha concluso Meloni, la cui attenzione ora è sulla Spagna, dove spera nell’exploit dei suoi alleati di Vox e sulla Polonia, dove auspica la riconferma dell’amico Mateusz Morawiecki alle prossime elezioni che lo vedono in sfida con Donald Tusk.

 

Ed è proprio a Varsavia che è volata Meloni per partecipare con il gruppo Ecr al seminario organizzato dal gruppo europarlamentare dei Conservatori e riformisti sul futuro dell'Unione europea. Nelle tre giornate di studio a porte chiuse sui temi dell’agenda politica europea dei prossimi mesi, la premier che del Partito dei conservatori e dei riformisti europei è stata appena confermata presidente - parteciperà oggi assieme a Mateusz Morawiecki. I due sono alleati nel Consiglio europeo, sebbene la mediazione fallita della premier nell'opera di convincimento del primo ministro polacco e il presidente ungherese Viktor Orban a condividere le conclusioni del Consiglio europeo sul capitolo migrazioni. 

 

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