A Palazzo Madama

Delega fiscale, l’atto di fiducia di Iv e la contrarietà di Pd e M5s

Con 110 sì, 60 no e zero astenuti il Senato ha dato il via libera al ddl di delega al governo per la riforma fiscale. Domani la terza lettura alla Camera

Delega fiscale, l’atto di fiducia di Iv e la contrarietà di Pd e M5s

Con 110 sì, 60 no e zero astenuti il Senato ha dato il via libera al ddl di delega al governo per la riforma fiscale. Il testo già approvato dalla Camera circa tre settimane fa, tornerà domani a Montecitorio per una terza lettura lampo  e l'approvazione definitiva dopo che sono stati aggiunti alcuni emendamenti a Palazzo Madama. L’obiettivo del governo è completare l'approvazione prima della pausa estiva del Parlamento.

 

Il sì di Italia Viva

«Oggi facciamo un atto di fiducia, dicendo sì a questa delega, che ha qualche ombra ma anche tante luci. In essa ci ritroviamo per avere fatto un lavoro all’interno del governo Draghi. Ma in autunno l’esecutivo Meloni dovrà arrivare con risposte serie, con un occhio di riguardo al recupero del potere d’acquisto degli italiani e in particolare del ceto medio». Ha dichiarato in Aula a palazzo Madama la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva, durante le dichiarazioni di voto alla delega fiscale.

«Il paradosso di questa discussione - ha detto Paita - è che le forze politiche che hanno sostenuto il governo Draghi, a cui appartiene la matrice politica di questa legge delega, ora la rinnegano e si schierano contro. E le forze politiche che da Draghi hanno assunto le coordinate fondamentali del provvedimento, ora lo spacciano per proprio. Noi di Italia viva vogliamo raccontare la verità e avere coerenza. Ci schieriamo quindi coerentemente con questa legge delega, dopo averla migliorata con i nostri emendamenti. Questo è il vero racconto, il resto è propaganda».

 

Pd e M5s duri contro il ddl 

"La delega fiscale del governo Meloni è una grande occasione perduta, le tante promesse di questo provvedimento sono destinate a rimanere lettera morta", ha detto Antonio Misiani, senatore Pd e responsabile economico del partito. Secondo Misiani, al Senato sono arrivati "emendamenti che indeboliscono la lotta all'evasione fiscale e favoriscono i contribuenti infedeli. Quanto alle tante ambizioni della delega, dall'abolizione dell'Irap fino al taglio di numerosi altri tributi, in gran parte non avranno seguito concreto: l'economia italiana si sta fermando. Le nozze non si fanno con i fichi secchi: la verità è che questa delega è una scatola vuota", conclude il senatore dem.

 

Nella stessa direzione anche il M5s Mario Turco, vicepresidente del partito, che ha così commentato: "la progressività diventa sempre più un miraggio e finisce per essere applicata solo ai lavoratori dipendenti e pensionati, i soli che oramai sostengono il gettito Irpef". Non solo ma la pressione fiscale "non si riduce neanche di un euro. Sarete costretti a tagliare lo stato sociale, come peraltro avete già fatto in legge di bilancio".

 

Esulta il centrodestra

Se a sinistra si storce il naso, a destra invece si esulta. "Apriamo a un nuovo sistema fiscale", con "meno tasse per le imprese" e "la razionalizzazione delle aliquote Irpef" ha commentato il leghista Stefano Borghesi.

"Una riforma che noi di Forza Italia votiamo convintamente e che dedichiamo al Presidente Silvio Berlusconi", con un vero e proprio "cambio di paradigma, nell'idea che lo Stato possa attuare accordi preventivi con i contribuenti, sulla base dei quali programmare l'imposizione fiscale", sono state invece le parole del forzista Claudio Lotito.

"Si instaura un nuovo rapporto tra contribuente e fisco. Potremmo sintetizzare con una formula: il fisco non ti convoca ma viene a casa tua. Qualcosa che è stata sempre agognata negli ultimi cinquant'anni ma mai attuata", è stato il commento per Fratelli d'Italia del senatore Giorgio Salvitti. 

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA