Il tredicesimo giorno

La guerra Israele-Hamas tra raid, visite diplomatiche e proteste

Il presidente Usa cerca di mediare tra le parti dopo la strage all’ospedale di Gaza. Proteste in tutto il mondo arabo. Egitto apre il valico di Rafah

La guerra Israele-Hamas tra raid, visite diplomatiche e proteste

La guerra tra Israele e Hamas entra nella sua tredicesima giornata, tra nuovi raid su Gaza, visite diplomatiche e proteste in tutto il mondo arabo. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è arrivato ieri a Tel Aviv, dove ha incontrato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il suo gabinetto di emergenza. Biden ha espresso il suo sostegno “ferreo” a Israele nella sua lotta contro Hamas, ma ha anche chiesto di ridurre al minimo l’impatto della guerra sui civili e di consentire l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

Il conflitto dunque lungi dall'essere vicino ad una soluzione, nonostante gli sforzi diplomatici di Biden e di altri attori internazionali. Il conflitto rischia di allargarsi ad altri paesi della regione, dove la rabbia e la solidarietà verso i palestinesi sono alte. La strage dell’ospedale di Gaza ha acuito le tensioni e le accuse reciproche tra le parti ma è la popolazione civile di Gaza che continua a pagarne il prezzo più alto, mentre gli aiuti umanitari faticano ad arrivare.

 

Strage all’ospedale di Gaza

La visita di Biden è stata preceduta dalla strage avvenuta lunedì sera all’ospedale Al Ahli al Arabi di Gaza City, dove un’esplosione ha causato la morte di centinaia di persone, tra cui molti bambini e personale medico. La dinamica dell’attacco non è ancora chiara: Hamas e altre nazioni arabe accusano Israele di aver bombardato l’ospedale, mentre Israele sostiene che si sia trattato di un razzo difettoso lanciato dalla Jihad islamica, un gruppo alleato di Hamas. Israele ha diffuso un video che mostrerebbe il razzo sparato da Gaza poco prima dell’esplosione. Biden ha dichiarato di aver ricevuto dal Pentagono la conferma che l’esplosione è stata causata "dall’altra parte". Il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres si è detto “sconvolto” dall’uccisione dei civili e ha ricordato che gli ospedali e il personale medico sono protetti dal diritto internazionale.

 

Nuovi raid su Gaza

Nonostante la visita di Biden, Israele ha continuato a condurre raid aerei e terrestri su Gaza, mirando a colpire le infrastrutture e i leader di Hamas. Secondo le fonti sanitarie palestinesi, il bilancio dei morti a Gaza è salito a oltre 3.500, mentre quello dei feriti supera gli 11.000. Tra le vittime ci sono anche 14 membri del personale dell’UNRWA, l’agenzia umanitaria dell’ONU per i rifugiati palestinesi. Israele ha anche annunciato la morte di almeno 1.300 soldati e civili, oltre al rapimento di 199 ostaggi da parte di Hamas. Il gruppo islamista ha pubblicato il video di una giovane israeliana ostaggio, chiedendo lo scambio con i prigionieri palestinesi.

 

Visita di Biden in Israele

Biden è il primo leader occidentale a recarsi in Israele da quando è scoppiata la guerra, il 7 ottobre, in seguito agli attacchi missilistici di Hamas contro diverse città israeliane. Il presidente americano ha portato con sé un messaggio di solidarietà, ma anche di cautela. Ha paragonato la rabbia che provano gli israeliani dopo l’attacco del 7 ottobre a quella che hanno provato gli americani dopo l’11 settembre, ma li ha esortati a non ripetere gli stessi errori commessi dagli Stati Uniti. Ha anche sottolineato che la maggioranza dei palestinesi non sono Hamas e che la perdita delle loro vite conta. Biden ha inoltre annunciato 100 milioni di dollari di nuovi finanziamenti statunitensi per l’assistenza umanitaria sia a Gaza che in Cisgiordania.

Uno dei risultati della visita di Biden è stato anche l’accordo con il presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi per aprire il valico di Rafah, l’unico punto di accesso a Gaza non controllato da Israele. Al Sisi ha accettato di consentire il passaggio di 20 camion di aiuti umanitari a Gaza, dove la situazione è drammatica a causa della mancanza di cibo, acqua, carburante e medicine. L’OMS ha avvertito che senza un corridoio umanitario si potrebbe verificare una catastrofe sanitaria. Tuttavia, il valico di Rafah potrebbe restare chiuso fino a venerdì, a causa delle proteste e della sicurezza. Biden ha anche proposto la creazione di una zona sicura a Gaza, dove gli aiuti potrebbero essere distribuiti senza interferenze militari.

 

Proteste in tutto il mondo arabo

La notizia del bombardamento dell’ospedale di Gaza ha scatenato una serie di proteste in tutto il mondo arabo, dove migliaia di persone sono scese in piazza per manifestare il loro sostegno al popolo palestinese e la loro condanna di Israele e degli Stati Uniti. Scontri e tensioni si sono registrati in Libano, Turchia, Iraq, Giordania, Egitto e Iran, dove la folla ha assaltato le ambasciate americane e israeliane. Il partito libanese Hezbollah ha indetto una “giornata della rabbia” e ha minacciato di aprire un nuovo fronte di guerra contro Israele. L’Arabia Saudita ha annunciato il ritiro dei suoi diplomatici dal Libano, mentre Israele ha evacuato lo staff delle sue ambasciate in Marocco e Egitto.

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