La guerra e l’Europa

Il presidente che non si arrende e parla ai popoli dei Paesi amici

Zelensky al Parlamento italiano: “Mariupol come Genova”. Draghi: “Non ci volteremo dall’altra parte”. Poco prima colloquio telefonico con Papa Francesco

Il presidente che non si arrende e parla ai popoli dei Paesi amici

Zelensky è provato dai 27 giorni di guerra che stanno cambiando il volto dell’Ucraina ma non si arrende e tiene un filo diretto con i Paesi amici. Chiede loro sostegno e mentre parla alla politica si rivolge anche alla gente che lo ascolta tramite televisioni, radio, web. Il presidente interviene in videoconferenza a Montecitorio che lo accoglie con un lunghissimo applauso insieme al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e a tutto il governo italiano. Un discorso sicuramente storico - è la terza volta che un capo di Stato parla alla Camera, pima di lui Juan Carlos di Spagna e Papa Giovanni Paolo II – ma soprattutto ricco di tensione emotiva per la tragedia che il popolo ucraino vive. Zelensky ripercorre la distruzione che l’esercito russo sta portando con sé, la devastazione, la violenza, i morti innocenti. “Adesso sono 117 i bambini che hanno perso a vita e il numero è destinato a salire”. Ormai “il nostro popolo è diventato il nostro esercito”, dice.

 

Poco prima dell’intervento alla camera, ha avuto un colloquio telefonico con Papa Francesco. “Oggi ho detto a Sua Santità della difficile situazione umanitaria e del blocco dei corridoi di salvataggio da parte delle truppe russe”, scrive in un tweet. “Il ruolo di mediazione della Santa Sede per mettere fine alle sofferenze umanitarie sarebbe apprezzato. Ho ringraziato” il Papa “per le preghiere per l’Ucraina e per la pace”. 

 

La vicinanza con l’Italia è forte e Volodymyr Zelensky si rivolge direttamente al popolo italiano. “Immaginate Genova completamente rasa al suolo, questa oggi è Mariupol. Sono rimaste solamente rovine. Queste azioni in Europa sono state compiute solo dai nazisti. Bisogna fare di tutto per fermare questa guerra, organizzata da una solo persona”. L’ex attore, diventato leader e punto di riferimento della dignità di un intero popolo e della determinazione a non arrendersi all’invasore, avverte: “L’Ucraina è il cancello per arrivare in Europa”. L’obiettivo di Putin “è avere il controllo della vostra politica, dei vostri valori”.

 

Zelensky ringrazia il nostro Paese che ha già accolto 70 mila ucraini in fuga dalla guerra ma invita il governo a “non permettere eccezioni alle sanzioni per nessuna banca russa”. Funzionari e oligarchi di Mosca “utilizzano l'Italia come luogo per le loro vacanze, non dovete accogliere queste persone. Dovete congelare immobili e conti, sequestrare gli yacht e congelare gli asset di chi in Russia ha potere di decisione”.

 

Una lunga standing ovation saluta il presidente ucraino anche alla fine del suo intervento. Il premier Draghi prende la parola subito dopo: “Davanti all’inciviltà l’Italia non intende girarsi dall’altra parte. La Russia ci voleva divisi ma l’Europa è rimasta unita”. E poi l’impegno: l’Italia “vuole Kiev nell’Ue”. Roma lavorerà per spianare la strada all’ingresso dell’Ucraina nell’Unione Europea. Un Paese che “non sta difendendo solo se stesso ma anche la nostra pace e la nostra sicurezza. Quei beni che abbiamo costruito con tanta fatica”.

 

Il sostegno degli italiani e del governo è dimostrato anche dalla macchina messa in moto per l’accoglienza dei rifugiati. Poi il presidente del Consiglio auspica che la Russia abbia davvero intenzione di negoziare “con serietà” ma “soprattutto con sincerità”. E’ evidente ai capi di stato e di governo europei che Mosca finora non ha avuto intenzione di trattare davvero. L’escalation del conflitto e le violenze atroci sui civili degli ultimi giorni sono il segno persino di un inasprimento dell’offensiva russa.

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