Le sanzioni di Bruxelles contro Minsk

Bielorussia, sanzioni Ue: manca unanimità. Tikhanovskaya è a Bruxelles

Ancora proteste a Minsk. Lukashenko chiude confini a ovest e crescono tensioni. Tikhanovskaya visita Bruxelles che prepara sanzioni, ma è Cipro a opporsi.

Bielorussia, sanzioni Ue: manca unanimità. Tikhanovskaya è a Bruxelles

Svetlana Tikhanovskaya è in visita a Bruxelles, dove il Consiglio Affari Esteri dell’Unione europea ha cercato di decidere sul da farsi riguardo alle sanzioni contro la Bielorussia, inserite come punto prioritario nell’agenda della sessione. Ma al termine del confronto odierno, Josep Borrell, al termine dell’incontro odierno, ha parlato di “mancata unanimità” per poter procedere con le sanzioni. La ‘palla’ passa ora al Vertice dei 27 leader dell’Ue, in programma per questo giovedì e venerdì.

 

Intanto, continuano le proteste nelle strade di Minsk contro la rielezione di Alexander Lukashenko. Si protrae, infatti, da 45 giorni la richiesta incessante del popolo bielorusso, che vuole le dimissioni del Presidente. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza domenica, animando un corteo che si è diretto verso la residenza della famiglia Lukashenko, il Palazzo dell’Indipendenza, situato a nordest della capitale. Il 19 settembre, erano stati i movimenti delle donne bielorusse a far sentire la propria voce in opposizione al regime, che ha messo fine alle manifestazioni con una serie di arresti e fermi. Le proteste sono iniziate dopo le contestate elezioni presidenziali del 9 agosto. I risultati ufficiali hanno dato al leader autoritario un sesto mandato, ma gli oppositori dicono che i risultati sono stati manipolati.

Alexander Lukashenko ha chiuso i confini occidentali, quelli con Polonia e Lituania, sostenendo che le proteste siano guidate dall’Occidente. E, contemporaneamente, fa sapere di aver messo in stato di allerta le truppe militari bielorusse.

 

Non sembra esserci tregua per il leader bielorusso, che ora si trova ad affrontare le crescenti critiche mosse da parte degli Stati Uniti e dell'Unione europea.

Lukashenko ha anche affermato che il confine della Bielorussia con l'Ucraina sarebbe stato rafforzato, minacciando una chiusura anche su quel fronte. Il Presidente la scorsa settimana aveva affermato di non voler vedere il proprio popolo entrare in conflitto con altri Paesi sulla scena internazionale. Lukashenko ha espresso la preoccupazione che Bielorussia, Polonia e Lituania si trasformino in un teatro di operazioni militari in cui i problemi della Bielorussia non verrebbero comunque risolti. Con queste premesse, Lukashenko ha poi fatto appello ai lituani, polacchi e ucraini affinché fermino i loro leader politici, per evitare una “guerra”. Non ha menzionato invece la vicina Lettonia, che come la Polonia e la Lituania, è un membro della NATO.

 

Voto su sanzioni Ue contro Minsk

Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell’Ue, ha aperto oggi i lavori della sessione del Consiglio Affari Esteri partendo dalla situazione sempre più critica in Bielorussia.

L’Ue non ha un’agenda nascosta. Il popolo bielorusso dovrebbe poter scegliere liberamente il proprio presidente, senza persecuzioni e repressioni. Solo un dialogo nazionale inclusivo può portare a una soluzione pacifica e sostenibile”, ha dichiarato Borrell, informando anche sull’incontro avuto questa mattina con Svetlana Tikhanovskaya, in occasione della visita della leader dell’opposizione bielorussa ai rappresentanti delle istituzioni europee. “Sosterremo un dialogo interno inclusivo, per elezioni libere e giuste. Questo non può essere considerata un'interferenza negli affari interni. La democrazia e i diritti umani sono al cuore dell'identità dell’Ue”, con questo messaggio Joseph Borrell ha risposto ad alcune dichiarazioni di Mosca che avevano accusano l’Ue di interferenza nelle politiche di competenza di Minsk.

 

Nell’accogliere la Tikhanovskaya all’Europarlamento, David Sassoli ha dichiarato che l’Eurocamera respinge il risultato delle ultime elezioni e continuerà a sostenere le istanze del popolo della Bielorussia. Ha anche ricordato che il Parlamento Ue ha votato una risoluzione, a grande maggioranza, per chiedere il rispetto dei diritti civili politici e umani dei cittadini bielorussi, affinché le sanzioni colpiscano per gli autori delle violenze. “L'unica soluzione praticabile è una transizione pacifica del potere” ha concluso Sassoli.

 

Per Heiko Maas, Ministro per gli Affari esteri del Governo Merkel, la violenza che Lukashenko usa contro manifestanti pacifici è inaccettabile. “Dobbiamo chiederci se le sanzioni dovrebbero essere applicate solo ai responsabili di frodi e oppressione elettorali o anche a Lukashenko, il principale responsabile", ha dichiarato il politico tedesco nel suo doorstep di questa mattina prima della riunione del Consiglio.

 

Braccio di ferro tra Cipro e Bruxelles: c'è di mezzo la Turchia

L’Unione europea sta preparando il ‘pacchetto’ di sanzioni da applicare al Governo di Lukashenko, sulla base dei brogli elettorali e la repressione degli oppositori politici. Condotta che l’ha visto diventare il bersaglio di denunce sia a livello nazionale che internazionale. Ma nei retroscena delle discussioni di oggi sulla Bielorussia, ci sono anche questioni che coinvolgono la Turchia.

In sostanza, c’è intesa già intesa tra i 27 sull’urgenza di congelare i beni e vietare l’ingresso nel territorio dell’Unione a una lista di persone vicine al Presidente Lukashenko. Ma manca il via libera, formale ma decisivo, per applicare le sanzioni: quello giocato dal voto di Cipro ai tavoli dell’Ue.

C’è un perché al braccio di ferro esercitato dal Governo di Nicosia. Riguarda le recenti tensioni tra la Turchia nell’area del Mediterraneo orientale, dove Cipro avverte la politica aggressiva esercitata da Ankara, particolare nelle attività di esplorazione e perforazione. Le sanzioni di Bruxelles nei confronti della Bielorussia – come hanno spiegato i diplomatici ciprioti - possono essere approviate solo all’unanimità in sede del Consiglio da tutti i 27 Ministri dell’Ue. Cipro ha dichiarato che è disposta a sbloccare il suo veto solo se l’Ue voterà a favore di nuove sanzioni anche contro la Turchia.

 

Agenti responsabili delle violenze e della repressione

Svetlana Tikhanovskaya, candidata di punta dell’opposizione alle elezioni presidenziali, ha dichiarato la scorsa settimana che gli attivisti stanno redigendo una lista di agenti delle forze dell’ordine che andrebbero identificati come autori delle violenze nelle piazze di Minsk. Sono state arrestate circa 7.000 persone a cui si aggiungono quelle che hanno subito brutali scontri con la polizia.

La Tikhanovskaya ha segnalato il contributo dei gruppi e delle organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani nella compilazione della lista, che sarà presto trasmessa agli Stati Uniti, alla Russia e all’Unione europea. Ha anche informato che le forze dell’opposizione hanno deciso di dare un nome alla lista: quello di Alexander Taraikovsky, il manifestante che ha perso la vita a Minsk all’indomani delle elezioni, durante la prima protesta in cui la polizia ha disperso persone che stavano manifestando in maniera del tutto pacifica.

Intanto, il Parlamento europeo ha reso noto che alcuni gruppi politici hanno voluto candidare l’attivista Tikhanovskaya al Premio Sakharov per la libertà di pensiero conferito dall’Ue.

 

Si attendono gli esiti del prossimo Consiglio europeo, ormai vicino, per sapere come evolveranno la situazione e relazioni tra la Ue e la Bielorussia.

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