Revisione decreti sicurezza, atteso vertice di maggioranza

Il 30 giugno al Viminale nuovo vertice della maggioranza con il ministro Lamorgese. I democratici spingono per un’accelerazione, i cinquestelle frenano

Revisione decreti sicurezza, atteso vertice di maggioranza

Sembra assai difficile che la riforma dei decreti sicurezza di Salvini arrivi sul tavolo del Governo prima di quest’estate. I tempi sono stretti e a volerne rallentare a tutti i costi la modifica sono i cinquestelle. E non solo per ragioni di evidente ‘imbarazzo’ politico, visto che quei provvedimenti li hanno votati insieme al precedente alleato leghista durante il Conte I. Ma anche perché le due anime dei pentastellati – una vicina a Salvini, l’altra al centrosinistra – sono tutt’altro che allineate sulla necessità di modificare quelle leggi. E in generale, sulla questione migranti. E’ probabile, quindi, che si voglia evitare una ulteriore ‘grana’ all’esecutivo. I dossier aperti aumentano, i conflitti nei 5S e nella maggioranza non mancano. Dall’altro lato Pd, Leu e Iv premono per un’accelerazione. Pare abbiano fretta di ‘chiudere’. L’approvazione della riforma sarebbe un punto a favore soprattutto per i dem, che da qualche tempo sono sotto accusa per essere troppo ‘succubi’ alla linea del premier e dei colleghi 5S.


Martedì 30 giugno è previsto al Viminale un nuovo vertice di maggioranza con il ministro Lamorgese. Non è detto che sia un passaggio ‘risolutivo’ ma, di certo, un primo accordo tra le forze giallorosse almeno nel merito c’è. E’ quello raggiunto in un precedente incontro al dicastero dell’Interno. In linea di massima, oltre ad accogliere i rilievi espressi in sede di promulgazione dal Presidente della Repubblica, si dovrebbe ritornare ad un ampliamento dell’accoglienza di secondo livello, quella del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati-Sprar, privilegiando le attività di integrazione sociale. Anche se resterebbe da definire il ruolo degli enti locali, specie quello dei comuni. Inoltre, sarebbe allo studio l’allargamento dei casi di protezione speciale.


“Stiamo facendo passi avanti”, assicura il viceministro dell’Interno Matteo Mauri (Pd). “I decreti Salvini hanno fatto danni, e noi li cambieremo in profondità”. E accusa il segretario della Lega “di continuare a fare propaganda” quando dice che le modiche riguardano “la parte dei decreti relativa alle forze dell'ordine o ai beni confiscati”. “Invece noi”, spiega, stiamo intervenendo sulla parte che riguarda l'immigrazione, che ha prodotto dei danni concreti, misurabili”. Gli “oltre 30mila irregolari in più che girano per le strade italiane sono un danno per tutti, così come la riduzione consistente di tutta l'integrazione". E parla dell’importanza di “avere sul territorio più regolari per la sicurezza e la convivenza tra immigrati e comunità locali".


E mentre Salvini conta “sul fatto che la maggioranza litighi anche su questo, perché tanto sta litigando su tutto”, nei cinquestelle restano dell’avviso che la riforma debba slittare a settembre. Sperando forse che nel Movimento dopo l’estate il clima sia meno burrascoso. Ma potrebbe esserci dell’altro: la volontà di evitare strumentalizzazioni della Lega. Pronta da usare ad ogni occasione utile il tema dell’immigrazione e degli sbarchi, cavallo di battaglia che tanta presa ha sui suoi elettori.


Il rinvio che vorrebbero i 5S è un rischio per il Pd. Ancora più negli ultimi giorni. Zingaretti ha bisogno, e in tempi brevi, di portare a casa almeno un risultato rispetto alle tante vertenze su cui il Governo è chiamato a decidere. La riforma dei decreti voluti da Salvini risveglierebbe anche i suoi elettori. Sopiti di fronte a un partito in cerca di un guizzo di coraggio. Il tema era stato posto come prioritario e tra le condizioni dei dem per stringere l’alleanza con i cinquestelle. Far passare altri mesi potrebbe addirittura sembrare una sconfitta.

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