Decreto del fare cos'è? Testo PDF, argomenti ed entrata in vigore

Decreto del fare: il testo della legge, gli argomenti trattati, dall’edilizia a Equitalia, l’entrata in vigore e l’opposizione al Governo Letta sulla legge

Redazione
di Redazione
23 aprile 2018 11:37
Decreto del fare cos'è? Testo PDF, argomenti ed entrata in vigore

Il decreto del fare racchiudeva la regolamentazione per tutte le priorità di cui necessitava il paese quando si formò il Governo delle Larghe intese.

Si trattava di un decreto che portava al centro dell'attenzione diverse riforme:

Equitalia,

edilizia,

fisco.

Il Governo di Enrico Letta lo propose e riuscì anche ad approvarlo.

Successivamente fu ripreso.

Ecco come venne portato avanti il decreto del fare.

Ecco l'inizio delle prime riforme del Governo delle Larghe Intese.

 

Il contenuto del decreto del fare

Decreto del fare sulla casa

Il decreto del fare vuole tornare a regolamentare e tutelare le prime case dei cittadini. In tempi di crisi aumentano le case vendute all’asta a prezzi molto bassi. Così si intende rendere impignorabile la prima abitazione per chi ha debiti fino a 120.000,00 euro. In questo modo le fasce della popolazione economicamente più svantaggiate saranno tutelate ulteriormente dalla legge italiana.

 

Decreto del fare Equitalia

Nel decreto del fare si è deciso di affrontare il tema Equitalia. L’istituto incaricato di riscuotere i debiti dei cittadini dovrebbe diventare più flessibile e meno aggressivo. Infatti ci sarà la possibilità di una rateizzazione del debito fino a 120 mesi (attualmente sono 72) e con interessi decisamente più bassi. Inoltre ci si potrà avvalere, con determinati requisiti, della sospensione di 8 rate.

 

Decreto del fare energia

Il decreto del fare porterà una riduzione della spesa sull’energia elettrica: un taglio di 550 milioni a vantaggio dei consumatori spostando 135 milioni di costi verso quelle società che hanno un’imponibile maggiore di 40 mila euro e ricavi superiori ad euro 200.000,00 (riguarda le società che operano nel settore dell’energia rinnovabile).

 

Decreto del fare agevolazioni imprese

Concessioni alle imprese di 5 miliardi di prestiti a tassi agevolati concessi entro il 2016 dal braccio finanziario del Ministero dell’economia e anche dalle fondazioni bancarie. Il prestito sarà concesso in modo agevolatoe potrà avere un durata massima di 5 anni. La somma finanziata non potrà superare i 2 milioni per ogni impresa che dovrà investire il capitale in attrezzature, macchinari ed impianti per uso produttivo.

 

Decreto del fare infrastrutture

Con il decreto del fare verranno stanziati 3 miliardi di euro per le opere pubbliche che sono già in corso. Questa operazione avrebbe il fine di accelerare i lavori (come nella metropolitana di Roma, Napoli e Milano) creando nuovi posti di lavoro, stimati fino a 30.000.

 

Decreto del fare nautica

Il decreto del fare ha colpito, abolendo, la fallimentare tassa del Governo Monti, quelle sulle barche dai 14 ai 20 metri che aveva immobilizzato l’industria nautica italiana.

 

Decreto del fare fondi per la ricerca e l’innovazione

Verranno stanziati, con il decreto del fare, 100 milioni di euro, divise in due rate, che verranno erogate tra il 2013/2014 per la ricerca e l’innovazione.

 

Decreto del fare digitale

Con il decreto del fare si vuole velocizzare l’Agenda per l’Italia digitale e nuovo Desk. Inoltre: liberalizzazione del mercato Wi-Fi e una possibile casella di posta elettronica certificata per dialogare con le PA.

 

Decreto del fare istruzione

Con il decreto del fare si investirà anche il ramo dell’istruzione: 1 milioni di euro che creeranno borse di studio per gli studenti più meritevoli che vorranno iscriversi alle università statali e non statali nell’anno 2013/2014.

 

Decreto del fare fisco

Con il decreto del fare si voglionocreare due giornate per il pagamento del fisco. Questo punto per evitare confusione. Le giornate saranno il 1 gennaio e 1 luglio.

 

Decreto del fare e l’opposizione

Gli innumerevoli emendamenti presentati nel decreto del fare hanno sollevato una problematica legata alla tempistica. Secondo Dario Franceschini, ministro per i rapporti con il Parlamento, votare su 800 emendamenti non avrebbe consentito di rientrare nei tempi. Così il governo ha chiesto a tutte le forze politiche una riduzione degli emendamenti da presentare. Non ci sono stati grandi problemi con i partiti di maggioranza e nemmeno con Sel di Nichi Vendola e Lega Nord. Si sono, invece, opposti i parlamentari del Movimento 5 Stelle che hanno mantenuto tutti i 400 e più emendamenti e che nel merito hanno dichiarato di voler far funzionare il parlamento che potrebbe tranquillamente approvare e valutare le proposte sollevate.

Sinistra Ecologia e Libertà ha invece ridotto gli emendamenti ma non si ritiene soddisfatta di questa decisione, una decisione che accentua la debolezza politica del Governo Letta secondo il capogruppo alla commissione bilancio al Senato Luciano Uras.

Ma un’opposizione al decreto del fare potrebbe anche arrivare dalla Lega Nord e da Fratelli d’Italia.

Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo sembra l’unico ad opporsi alla richiesta di riduzione degli emendamenti. I parlamentari a 5 Stelle avevano presentato 400 e più emendamenti, emendamenti che non sono stati ridotti dopo la richiesta da parte del ministro per i rapporti con il Parlamento Dario Franceschini. I deputati e senatori del Movimento hanno ribadito che è nell’interesse dei cittadini non ridurre gli emendamenti e che la loro presa di posizione ha il fine di far lavorare il Parlamento. Per Dario Franceschini, invece, non ci sarebbe modo di rispettare i tempi stabiliti con un numero così alto di proposte. Ma il Movimento 5 Stelle insiste, dichiarando che il Governo Letta non ha voluto prendere in considerazioni le seguenti richieste proposte:

  • estendere la riduzione del Cip 6 agli inceneritori;

  • togliere la deregolamentazione sugli edifici demoliti per ricostruirli;

  • agevolare il pagamento degli stagisti del Ministero di Giustizia;

  • creare un fondo di sostegno per la piccola/media impresa da cui parte dei soldi di potrebbe prendere dalle eccedenze degli onerosi stipendi parlamentari;

  • rendere più aperta e gestibile la Cassa depositi e prestiti;

  • rivisitare la Tobin Tax;

  • rivedere e ricalibrare l’Iva sui servizi portuali;

  • vincolo per i nuovi macchinari al mantenimento del livello occupazionale e delle strutture di produzione nel territorio.

I deputati del Movimento 5 Stelle hanno fatto sapere al Governo Letta che se avessero preso in considerazioni questi punti non ci sarebbe stata alcuna opposizione.

 

Votazione alla Camera

Il primo “round” sul decreto del fare è stato vinto da chi lo ha sempre sostenuto. Infatti alla Camera dei Deputati, il primo appuntamento con il decreto del fare è stato il 24 luglio 2013 ed i “si” hanno prevalso (e di molto) su chi si è opposto.

Votazione alla Camera dei Deputati:

427 si;

167 no.

A votare contro il decreto del fare sono stati, come del resto ci si aspettava, i 4 partiti di opposizione: Movimento 5 Stelle, Sel, Fratelli d’Italia e Lega Nord.

Molto soddisfatto il Presidente del Consiglio dei Ministri Enrico Letta, che definisce la vittoria dei “si” come un segnale forte che le larghe intese stanno inviando ai cittadini.

Tuttavia il Governo Letta non è riuscito a portare a termine tutti i ddl:

il finanziamento ai partiti sarà esaminato entro il 1 agosto assieme al ddl sulle riforme;

ddl eco-bonus e ddl lavoro in scadenza per il 4 di agosto.

La reazione di Beppe Grillo non è stata delle migliori. Il fondatore del Movimento 5 Stelle ha definito il Parlamento un luogo di servi che fanno di tutto per sopravvivere senza pensare agli interessi dei cittadini. Del resto gli stessi parlamentari del Movimento avevano dichiarato battagli al “decreto impresentabile” (così ironicamente definito dagli stessi). Laura Boldrini risponde a Beppe Grillo invitandolo ad avere più rispetto per le istituzioni. Marina Sereni del Pd ha dichiarato che l’opposizione dei 5 Stelle è fine solo a se stessa e che gli elettori del Movimento dovrebbero sapere cosa stanno facendo i deputati che li rappresentano. Il capogruppo alla Camera dei 5 Stelle, Riccardo Nuti, risponde che su 500 proposte inviate da loro nemmeno una è stata presa in considerazione e Luigi Di Maio sottolinea che non è ammissibile cambiare la Costituzione in estate.

Anche Sel e Lega Nord hanno dichiarato di essere pronti a fare battaglia.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA