Coppa Italia

Inter e Milan: derby a Conte! Pioli, è già finita la benzina?

Ieri sera è andato in scena uno dei derby più storici della nostra nazione: l’Inter di Conte ha battuto al 96’ il Milan di Pioli, arrivando in semifinale.

Inter e Milan: derby a Conte! Pioli, è già finita la benzina?

Ieri sera si è aperto il turno dei quarti di finale di Coppa Italia con un derby magnifico a San Siro: il Milan di Pioli contro l’Inter di Conte.

Le due compagini si stanno sfidando in un duello senza fine in campionato, occupando precisamente il primo posto per i rossoneri e subito sotto a meno due punti i cugini nerazzurri. La sfida di coppa però è a gara secca e non esistono favorite o pronostici: tutto può accadere.

Tra mille emozioni, tante sorprese e colpi di scena sino alla fine, ecco come è andato il derby di Milano, che avrebbe spalancato le porte verso le semifinali.

 

Inter, giochi da grande

L’Inter si porta il derby a casa dopo 96 minuti di gioco, in una gara assolutamente fuori dal normale. Che il derby non sarà mai una sfida come le altre è un dato di fatto, ma vincerlo in questo modo ha tutto un altro sapore. 

 

Una gara giocata a senso unico, con gli uomini di Conte che hanno dimostratola qualità e la quantità della rosa, che regge più di qualsiasi avversario in Italia, anche dei cugini che sono in testa alla classifica. Seppur la gara è iniziata un po' in salita con il goal di Ibrahimovic, l’espulsione di quest’ultimo ha permesso ai nerazzurri di ribaltare le carte in tavola: trovare un solo giocatore-simbolo della rimonta è difficile, poiché è proprio l’allenatore salentino con le modifiche dello schieramento iniziale a portare a casa il passaggio del turno. Non ci sarà in campionato per due giornate causa squalifica, ma in Coppa Italia alza i toni riscattando il primo confronto con Pioli perso ad Ottobre.

 

Non esagera nel turnover, seppur la scelta di giocare con Kolarov e Perisic dallo stesso lato faccia storcere il naso e non poco. Il terzino ex City e Roma dimostra ancora una volta che la sua condizione fisica e mentale non è consona con le ambizioni della squadra e il livello generale della rosa. Conte prepara comunque benissimo la partita e non perde troppo tempo per cambiare il modulo appena rimane con l’uomo in più, schiacciando così il Milan nella sua metà campo durante tutta la seconda frazione. La mossa vincente è Eriksen, anche se il suo ingresso è decisivo per quella magia che vale la vittoria: la sua presenza in campo (seppur ieri sia stata solo di 12 minuti) non è ancora concisa e chiara.

 

Psicologicamente però il gioiello su punizione lo aiuterà a ritrovarsi con il club lombardo, con cui il divorzio sembrava cosa fatta, ma che momentaneamente rimane bloccato. La forza del team è trasformare il punto debole in un punto di forza, elemento non banale considerando il livello che si continua ad alzare in campionato e, in Coppa Italia.

 

Milan, finita la benzina?

Ancora no, ma sicuramente questa seconda sconfitta fa riflettere sulla condizione della squadra. Guardare il tabellina sarebbe inutile, poiché seppur il goal dell’Inter è arrivato nel recupero, i rossoneri hanno tirato una sola volta in porta (contro le 24 dell’Inter) e non hanno mai dato l’idea di stare sul pezzo, se non i primi dieci minuti di partita. Pioli fa ancora discutere con le scelte iniziali: se il nuovo arrivato Tomori ha dato una buona impressione, Meite è ancora una volta il peggiore in campo per distacco. Kjaer ancora fuori forma, Diaz fuori ruolo.

 

Non è riuscito ad essere mai pericoloso. Rebic è irriconoscibile, lontano cugino di quello visto post-lockdown con uno spirito spaesato anche ieri, che dovrebbe far rivedere le scelte a Pioli che insiste ad usarlo come esterno. Ibrahimovi? rimane però il grande protagonista, passando da eroe a condanna della serata. Vi erano le premesse per un gran derby, il gol numero 499, una gara dominante ed un inizio in cui dava l’impressione di essere affamato più del solito. Poi la follia della lite con Lukaku, in cui non ha dimostrato lucidità nel capire il momentum e, ormai nel caso, il fallo da dietro su Kolarov, segno di poca mentalità e freschezza nella sfida di ieri.

 

Un gesto inaspettato, che di fatti ha condannato il Milan, incapace di trovare la porta anche solo una volta. Tatarusanu merita ancora applausi, il suo contributo è stato fondamentale per crederci sino alla fine, ma il calcio sa essere anche crudele.

 

Questo team sembra essere stanco, meno lucido e con poche certezze sul campo: utilizzare così tanto un giocatore come Meite, mutandoli la posizione tre volte è assolutamente ambiguo e poco prolifico per il gruppo. Ridare spazio a chi sa e chi conosce, fare esperimenti rischia di risucchiare tutti in un baratro velocemente. Sarebbe un peccato per quello che ci hanno mostrato sino ad oggi

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