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Un’arma contro il Covid

Spray nasale anti-Covid, Porotto: «Efficace contro le varianti»

Avevamo annunciato l’efficacia dello spray nasale anti-Covid lo scorso novembre. Ora la novità: funziona anche sulle varianti. L’intervista al Prof. Porotto

Spray nasale anti-Covid, Porotto: «Efficace contro le varianti»

Uno spray nasale, capace di bloccare la trasmissione del virus Sars-Cov-2, è stato perfezionato da un team di ricercatori del Columbia Medical Center di New York. 

Dopo i primi risultati promettenti sui furetti, lo spray nasale anti-Covid ha continuato il suo percorso, fino ad arrivare su Science.
Nell’articolo, appena pubblicato, viene dimostrata l’efficacia anche sulle varianti Covid.

Matteo Porotto, professore alla Columbia University e ricercatore italiano coinvolto nello studio, ci ha parlato delle ultime novità, a tre mesi di distanza dalla nostra prima intervista, in cui avevamo annunciato la grande novità.

 

Prof. Porotto, sono trascorsi quasi tre mesi da quando abbiamo parlato dei primi riscontri positivi ottenuti dallo spray nasale anti-Covid. A che punto siamo oggi?
Matteo Porotto: «Oggi siamo riusciti a dimostrare che con una sola inalazione di questo spray si possono proteggere i furetti dal virus. Nello studio precedente avevamo utilizzato un trattamento di 4 giorni, mentre stavolta abbiamo constatato che basta una inalazione per avere una protezione di 24 ore di co-abitazione con furetti infettati.»


Quindi l’efficacia dello spray è stata ulteriormente accertata.
Matteo Porotto: «Sì, esatto. Abbiamo evidenziato come lo speciale inibitore utilizzato rimanga esclusivamente a livello delle vie respiratorie senza andare in circolazione: un vantaggio per la prevenzione perché a questo punto dovrebbe essere minore una distribuzione sistemica, nel resto del corpo.»

Lo studio è stato accettato e pubblicato su Science: di cosa parlate nello specifico nell’articolo?
Matteo Porotto: «L’articolo è strutturalmente simile a quello che era stato già presentato in preprint, da cui anche il New York Times aveva ripreso il metodo e la funzionalità. In più abbiamo dimostrato che possiamo modulare la distribuzione inibitori nel corpo. A seconda delle modifiche gli inibitori (sempre inoculati intranasalmente) possono entrare nel sangue o rimanere localizzati nelle vie respiratorie. Quest’ultimo caso è ideale per una profilassi, ossia di prevenzione dell'infezione.»


Quali saranno i prossimi passi?
Matteo Porotto: «Siamo in contatto con diverse aziende che possono produrre in quantità e qualità adatta a clinical trial, cioè per studi umani. Allo stesso tempo dobbiamo ancora testare in altri modelli animali e assicurarci dell'assenza di tossicità, che è fondamentale. Vogliamo andare avanti con gli studi in vitro per essere certi che funzioni con tutte le varianti di SARS-CoV-2 che sono emerse e stanno emergendo.

Finora abbiamo visto che è efficace contro la variante sudafricana e quella inglese: ha la capacità di bloccare tutte le diverse mutazioni, che sono motivo di preoccupazione in merito ai vaccini e agli anticorpi monoclonali. Ci stiamo preparando a ottenere gli studi pre-clinici sugli animali, così come quelli clinici iniziali per tossicità di fase 1, per poi continuare la sperimentazione e valutare l’efficacia negli umani.»


Una volta prodotto, lo spray nasale potrà essere utilizzato insieme ai vaccini anti-COVID?
Matteo Porotto: «Quando sarà realizzato lo spray nasale sarà utile per prevenire l’infezione, in modo da bloccarla all'inizio, prima che possa propagarsi. Chiaramente i vaccini stanno funzionando piuttosto bene, soprattutto quelli basati sulla tecnologia RNA messaggero. I vaccini sono disegnati in modo da sviluppare anticorpi contro la proteina Spike (S), che e divisa indue sotto-unità, S1 e S2. La maggior parte degli gli anticorpi neutralizzanti (siano essi monoclonali o quelli indotti dai vaccini) sono diretti contro la sotto-unità S1: quindi le mutazioni della S1 determinano la resistenza o la potenziale diminuzione della capacità protettiva degli anticorpi.

Il nostro inibitore funziona sono nella parte S2, quindi in quella parte che normalmente non è soggetta a selezione da parte degli anticorpi. Ci auguriamo che la probabilità di pressione selettiva che porti il virus a sviluppare resistenza al peptide non sia elevata, consentendo così ai peptidi di rimanere funzionale per un tempo maggiore.»


Lei, in qualità di ricercatore che si sta occupando di cercare delle soluzioni efficaci contro il COVID, cosa pensa della situazione attuale, in Italia così come negli Stati Uniti? Negli ultimi giorni qui in Italia si sta nuovamente parlando di lockdown… Quanto tempo ci vorrà ancora per uscire dall’incubo Covid secondo la sua opinione?
Matteo Porotto: «Nessuno ha la risposta a questa domanda, è molto difficile individuare una tempistica. Più rapidamente possibile si può vaccinare la popolazione, più velocemente si potrà raggiungere l’immunità di gregge. È una corsa contro il tempo: ci sono paesi come l’Israele che hanno avuto un’efficace campagna vaccinale, per esempio. In Italia si sta procedendo abbastanza velocemente, ma c’è il problema della mancanza di dosi.»


Negli Stati Uniti come sta procedendo la campagna vaccinale?
Matteo Porotto: «Qui a New York la campagna vaccinale sta andando avanti, io stesso ho ricevuto il vaccino Pfizer. Si sta cercando di ampliare velocemente la copertura globale. Per quanto riguarda il discorso del lockdown, è difficile applicarlo negli Stati Uniti: viene meno accettato, però c’è da sottolineare che qui la sanità è privata. In Italia il lockdown ha più senso, perché la sanità è pubblica e lo stato si fa carico di tutte le spese sanitarie. Sono questioni politiche, non scientifiche: però mi rendo conto che in paesi come gli Stati Uniti, in cui la sanità privata e si ha un’idea diversa di libertà, non c’è un concetto di lockdown estremo. Si scoraggia l’aggregazione: New York è molto più spenta rispetto al solito, per usare un eufemismo. Un fatto certo è che senza appropriate misure contenitive, il contagio porta le unità di terapia intensiva al collasso in qualunque parte del mondo.»


Tornando allo spray nasale contro il COVID, secondo lei quali sono le tempistiche che dobbiamo aspettarci affinché arrivi finalmente sul mercato?
Matteo Porotto: «In un mondo ideale, i primi studi potrebbero avvenire in quattro o cinque mesi; più o meno in 6 mesi, per un uso emergenziale, potrebbe arrivare sul mercato, ma non è così facile da prevedere.
Intanto io consiglio di usare sempre la mascherina fpp2 che protegge sia chi la indossa che gli altri. Lavare le mani e usare miscela di alcol e acqua (70% alcol e 30% acqua) per disinfettare sono misure che non bisogna mai dimenticare come prevenzione.
Personalmente mi stupisco quando sento le persone affermare che il virus non esista: io ho due amici della mia età, circa 50 anni, senza patologie pregresse, che sono finiti entrambi in terapia intensiva. Sarà stato un caso? Ma è una casistica che non si può negare.»

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