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Decreto Reclutamento, dubbi e timori del Comitato No Riforma PA

Appello di Riccardo De Santis del Comitato No Riforma Concorsi PA a responsabilità e a partiti politici per Decreto Reclutamento ministro Brunetta

Decreto Reclutamento, dubbi e timori del Comitato No Riforma PA

In vista del termine ultimo per la presentazione degli emendamenti al decreto Reclutamento, fissato al 7 luglio 2021, Riccardo De Santis del Comitato No Riforma Concorsi PA lancia un appello alla responsabilità e ai partiti politici per chiedere che i cittadini possano essere tutti #ugualiallapartenza nei concorsi e nelle selezioni per il pubblico impiego.

 

Dubbi e timori di De Santis sul nuovo portale reclutamento PA stile LinkedIn.

 

 

D’Amicis: Parliamo del Decreto Reclutamento PA del ministro Brunetta. Il portale della Pubblica Amministrazione stile LinkedIn mira a sostituire il meccanismo dei concorsi per il pubblico impiego?

Riccardo De Santis: “La comunicazione del ministro Brunetta è sempre assai ambigua. Prendendo il testo che è stato licenziato dal Consiglio dei Ministri sembrerebbe che ci sono due sezioni: la sezione A dove vanno a confluire liberi professionisti iscritti ad un albo che andranno a fare la classica consulenza tecnica come consulenti esterni; la sezione B che servirebbe in teoria a contenere questi nominativi di specialisti con dottorato ed esperienze internazionali.

 

Quindi stando a quello che teoricamente appare dal decreto dovrebbe essere un qualcosa che affianca però nel frattempo ci sono state delle dichiarazioni di Marcello Fiori, che è il capo del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, al Forum PA che non ci saranno più concorsi come a Roma e che il futuro passerà da valutazioni comparative. Concorsi come quelli che ci sono stati sinora rappresentano il passato.

 

In commissione il ministro Brunetta ha fatto tutto un volo pindarico per confermare le stesse cose che ha detto Fiori, ovvero che questo portale diventerà l’unico canale di reclutamento, che tutto passerà da lì e che ci sarà un obbligo per tutti i cittadini che vogliono lavorare per la Pubblica amministrazione di inserire i curriculum e che poi si andrà con una valutazione comparativa dei cv. Non sarà più il cittadino a cercarsi il bando ma la Pubblica Amministrazione a cercare il potenziale lavoratore”. “In questa maniera si potrà partecipare alle selezioni per la PA solo su invito, con degli alert generati dal portale e non più tramite pubblicazione in Gazzetta Ufficiale di selezioni a cui potersi candidare liberamente. Questa è una cosa preoccupante. Inoltre, le valutazioni comparative non si sa come avverranno, c’è poca trasparenza. Tutto è abbastanza fumoso, sembrerebbe che tutto dovrebbe avvenire tramite un colloquio informale”.

 

D’Amicis: Cosa avete ottenuto grazie alla vostra forma di protesta nata con la creazione del Comitato no Riforma PA?

Riccardo De Santis: “Il comitato PA non è partito con la Riforma Brunetta ma prima quando ancora c'era la ministra Fabiana Dadone perché già si iniziava a parlare di cacciatori di teste e di soft skill non ben definite. Prima con la stessa Dadone c'era stato un dialogo, soprattutto con alcuni esponenti politici di maggioranza e opposizione: siamo riusciti ad ottenere l'emendamento Bressa che aveva limitato la preselezione per titoli soltanto a quelle ipotesi ad altissima specializzazione, così come avviene in Europa.

Siamo riusciti ad ottenere questo importantissimo risultato grazie anche alla collaborazione di una buona parte della politica e adesso sembra che stia uscendo fuori questa cosa che qualcuno definisce il ‘canto del cigno’ del ministro Brunetta”.

 

D’Amicis: Quali sono i vostri prossimi obiettivi?

Riccardo De Santis: “I nostri obiettivi sono sempre quello di mantenere i concorsi accessibili a chi ha il titolo di studio, senza logiche censitarie, senza un sistema elitario. Infatti il nostro motto è #ugualiallapartenza”.

 

“Un’altra cosa molto importante che stiamo notando è che tutti i concorsi che si stanno svolgendo in questo periodo, per tutti i comparti, stanno risultando un flop, come il Concorso per il Sud dove già c’è stata una preselezione per titoli, quindi già da lì si capisce quanto possa funzionare il portale di Brunetta.

 

Loro dicono che devono digitalizzare ma poi alle prove ti danno un tablet e ti chiedono di fare equazioni, calcoli abbastanza complessi, percentuali, senza un foglio, senza una smart pen. Per esempio nei modelli europei di digitalizzazione ti danno una smart pen, una simil penna con un pad per scrivere sul computer. Nella digitalizzazione di Brunetta, invece, non c’è niente!”.

 

“Poi altri casi di concorsi con domande diverse dalle materie indicate nel bando. Tutti questi fallimenti fanno vedere un pochettino quello che è il risultato del Brunetta pensiero”.

 

“Inoltre, siamo preoccupati che persone vicine a Brunetta possano speculare su questa cosa: utilizzare questi fallimenti per giustificare un sistema a chiamata diretta tramite portale”.

 

Riccardo De Santis ha infine lanciato un appello alla responsabilità e ai partiti politici, in particolare “a quelli che ci hanno aiutato finora per evitare quello che altrimenti sarebbe da parte loro un atteggiamento schizofrenico: prima far passare l'emendamento Bressa e poi adottare, approvando anche degli emendamenti, un sistema che è una totale negazione dell’emendamento Bressa”.

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