Conti, riforme e sviluppo

Il Paese, la crescita ‘asimmetrica’ e i pericoli da scongiurare

Il vento della ripresa soffia sull’economia nazionale. Ma Nomisma avverte: “L’occupazione non segue lo stesso ritmo del Pil” degli ultimi due trimestri

Il Paese, la crescita ‘asimmetrica’ e i pericoli da scongiurare

La locomotiva Italia corre per prodotto interno lordo battendo Germania e Francia. Ma si parla di crescitaasimmettrica’ così come lo è stata la crisi che l’ha preceduta. Intendiamoci: i dati sono più che incoraggianti e lasciano ben sperare. Per due trimestri consecutivi il segno ‘più’ contraddistingue l’economia nazionale. Ma se anche il vento della ripresa soffia sul Paese rimettendo in moto produttività consumi, il pericolo di squilibri tra diversi settori e macro aree non è scongiurato. Anzi, la fase è estremamente delicata. Il vertiginoso aumento della spesa pubblica di cui lo Stato si è fatto carico durante la pandemia ha determinato un consistente balzo in avanti del debito. Ulteriore indebitamento e deroga al pareggio di bilancio sono legati all’emergenza, come lo è la sospensione del Patto di stabilità a livello europeo. Questo vuol dire che il ricorso a ulteriore deficit ha le ore contate.

 

Nel frattempo l’Italia dovrebbe varare in tempi rapidi tutte le riforme che si attendono per l’accesso alla totalità delle risorse del Recovery Plan, di cui ha ricevuto la prima tranche di 25 miliardi un mese fa. Guardare alla crescita in atto, senza tenere sotto controllo i conti pubblici a lungo termine e la complessità del sistema strutturale che sovrintende ai cambiamenti in atto, è una ipotesi non contemplabile nelle direttive di politica economica che il Paese attende.

 

“Siamo l'unica economia mondiale”, spiega Lucio Poma di Nomisma, “assieme agli Stati Uniti, e probabilmente la Cina di cui però non abbiamo i dati del secondo trimestre, a realizzare consecutivamente due trimestri positivi. Segno di una crescita che mostra caratteristiche strutturali piuttosto che congiunturali". Ma c’è un ‘ma’: l’occupazione non segue il ritmo del Pil. I numeri dicono che “in luglio flette leggermente” dello 0,1% “anche se, rispetto al trimestre precedente, è aumentata dell'1,4%”, ovvero di “317mila unità”.


 I livelli occupazionali non vanno, dunque, di pari passo “con la straordinaria crescita economica del Paese” che è “asimmettrica”. Per la nota società di consulenza e ricerche di mercato il “+2,7% del secondo trimestre” rilevato dall’Istat nasconde una realtà diversa”. Con “un gruppo di imprese (le imprese controvento) che cresce a ritmi ben superiori del 2,7% e un altro che talvolta addirittura decresce.

 

Ciò è conseguenza della trasformazione industrialeche stiamo vivendo: la rivoluzione dell’Industria 4.0”. Una situazione a macchia di leopardo che riguarda specialmente l’occupazione giovanile, con aree in cui ci sono “imprese manifatturiere che lamentano di non trovare i giovani da assumere per gestire i nuovi processi di produzione” e altre in cui lavoro non ce n’è. 

 

Contraddizioni che il governo di Mario Draghi ha di fronte a sé e che in parte sono conseguenza di lacune preesistenti alla pandemia ma che la straordinarietà della situazione ha finito per dilatare. Per questo, se nei prossimi mesi si vorranno confermare i dati della ripresa, sarà ineludibile e urgente mettere mano al motore del sistema Paese, ovvero alle riforme. Perché un’operazione che lucidi la sola carrozzeria non basterà ad alimentare la macchina che sta per ricevere anche la benzina dei fondi del Next Generation Eu.

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