La giornata politica

Censis, italiani più poveri. Le spine del Governo su conti e ripresa

Recovery Fund in ritardo, Bankitalia: “Rischi per le coperture”. FI, dialogo aperto con l’esecutivo. Maggioranza divisa su Mes e riforme istituzionali

Censis, italiani più poveri. Le spine del Governo su conti e ripresa

Mentre il Censis fotografa un’Italia in affanno in cui 7,6 milioni di famiglie registrano un “severo peggioramento” del tenore di vita a causa della pandemia, e i nuovi poveri sono 600 mila in più rispetto alle stime precedenti, i conti e la manovra di finanza pubblica sono tutti nel ddl Bilancio. Che chiude un anno all’insegna della crisi e della recessione, la peggiore dal dopoguerra ad oggi. Le commissioni Bilancio di Camera e Senato sono a lavoro per l’esame in sede referente del disegno di legge che si concluderà con la relazione generale da presentare in Aula. Dopo le audizioni dei sindacati, oggi è toccato alla Banca d’Italia dire la sua sul principale strumento di politica economica del governo.

 

La Banca d’Italia sul Ddl Bilancio

Pur riconoscendo che nel precedente trimestre la “crescita è stata superiore alle attese, e questo indica che la nostra economia conserva una significativa capacità di recupero” per via Nazionale “la recrudescenza della pandemia e le necessarie misure restrittive si stanno ripercuotendo sull'economia”. L’andamento “è meno favorevole di quello previsto ed eventuali ritardi nell'approvazione definitiva del programma europeo (il Next Generation Eu, ndr) e nella sua attuazione avrebbero effetti rilevanti sulle coperture”. Eugenio Gaiotti, capo dipartimento Economia e statistica di Bankitalia avverte: “nel 2021 la ripresa sarà più lenta del previsto” e agli “interventi emergenziali è indispensabile affiancare misure di più ampio respiro per tornare a crescere stabilmente a ritmi sostenuti”. 

 

Recovery Fund: piano nazionale a febbraio

Le notizie che arrivano sul Recovery Fund non sono rassicuranti. Sul fronte interno il premier Conte nel corso della trasmissione Otto e mezzo ammette che il ritardo c’è. “Di poco” dice, ma il piano nazionale per l’accesso ai fondi europei l’Italia lo presenterà “a febbraio”. E spiega: “Rispetto ai tempi iniziali siamo poco in ritardo ma c'è un'interlocuzione settimanale con la commissione europea. Dobbiamo creare una struttura operativa ad hoc con un profilo manageriale che garantisca il monitoraggio dei progetti e la verifica della loro attuazione. Sarà una struttura condivisa presso Palazzo Chigi ma con il coordinamento di altri ministeri. Inoltre, condivideremo i piani con tutto il Paese e in Parlamento”. In giornata un aiuto a Palazzo Chigi arriva da Bruxelles. "Siamo in stretto contatto, l'Italia è ben messa sul cammino” scrive su Twitter la presidente della Commissione europea, Ursula Von der Leyen, dopo una telefonata che giudica “buona” intercorsa con il premier italiano. Ma sul fronte Ue il negoziato per sbloccare il Next Generation Eu e il fondo della ripresa non fa passi avanti. Difficile prevedere l’esito del Consiglio europeo convocato per il 10 e l’11 dicembre. Senza le risorse di Bruxelles Paesi come l’Italia che per fronteggiare l’emergenza ricorrono a nuovo debito possono solo confidare nella continuità del sostegno della Bce. Che sta comprando titoli italiani, così come di altri Paesi membri, immettendo liquidità nelle casse statali.     

 

Forza Italia, la partita del Governo con le forze centriste

Sul nuovo scostamento di Bilancio il Governo non avrà problemi in Parlamento. I voti di Forza Italia blindano il provvedimento anche al Senato, il pericolo di una maggioranza sul filo di lana è scongiurato. “Forza Italia voterà le nuove autorizzazioni di spesa questa settimana. E speriamo lo facciano anche Salvini e Meloni”. Renato Brunetta, responsabile economico per gli azzurri, conferma la posizione del suo partito. L’asse con il Governo c’è. In cambio Palazzo Chigi accoglierà le proposte di Berlusconi per dare aiuti alla categoria dei lavoratori autonomi. Dopo non si sa: scenario aperto. Ma che l’interlocuzione al centro del governo Conte possa continuare è probabile. Il dem spingono, nuovi equilibri parlamentari potrebbero configurarsi nei prossimi mesi e in vista dell’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Di certo, la squadra del Cavaliere in questa fase parla più con i giallorossi che non con gli alleati. Meno ancora con Salvini che non smette di rilanciare la sua proposta di una Federazione del centrodestra al motto di “più efficaci e più compatti”. 

 

Maggioranza senza sintesi su Meccanismo di stabilità

La maggioranza non riesce a fare sintesi sul Mes. I capidelegazione insieme al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, in un vertice a Palazzo Chigi non trovano la quadra sul ricorso al Meccanismo di Stabilità. Le distanze restano. Il M5s ribadisce la sua contrarietà, favorevoli Pd e Italia Viva. Cosa dirà alla prossima riunione Ecofin il ministro Gualtieri? Ma il Mes non è il solo tema che divide i giallorossi. Sulle riforme, quelle che all’indomani del referendum sulla riduzione di deputati e senatori, sarebbero dovute partire spedite il tavolo è di nuovo bloccato. Renzi dà battaglia: “Non possiamo accontentarci del taglio dei parlamentari e di qualche piccolo correttivo, tra cui una legge elettorale tutta proporzionale”. I Cinquestelle insistono perché si resti nel perimetro concordato: voto ai diciottenni al Senato, riforma dei regolamenti parlamentari, legge elettorale. Ma il leader di Italia Viva vuole di più: una riforma che contempli il superamento del bicameralismo perfetto. I dem frenano: “Si deve procedere secondo le intese”. 

 

Oggi il commissario ad acta alla sanità calabrese

Secondo indiscrezioni nel giro di qualche ora dovrebbe arrivare la nomina del nuovo commissario ad acta della Sanità in Calabria. Ieri il presidente del Consiglio Conte ha anticipato che la partita dovrebbe chiudersi in giornata. E’ probabile che la scelta cada su una donna e stavolta si fa il nome di Luisa Latella, già prefetto a Catanzaro e alla guida delle Universiadi di Napoli, oggi commissario all'Asp del capoluogo calabrese dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. In seguito alle dimissioni di Cotticelli e Zuccatelli e, da ultimo, quelle del rettore Gaudio che ha rinunciato all’incarico la nomina del commissario calabrese è diventata una questione particolarmente spinosa per il Governo. 

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