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Le pensioni secondo la Uil

Riforma Pensioni, Proietti e Barbagallo: serve flessibilità ed equità

Intervista a Domenico Proietti, Segretario confederale Uil e Carmelo Barbagallo, Segretario generale Uil Pensionati sulla Riforma delle Pensioni 2022

Riforma Pensioni, Proietti e Barbagallo: serve flessibilità ed equità

L’Italia si prepara ad una grande rivoluzione, quella delle Pensioni attesa nel 2022, per annullare lo scalone di 5 anni che si verrà a creare con la scadenza naturale di Quota 100 e che rischia di riportare l’età pensionabile ai 67 anni della Legge Fornero.

 

Domenico Proietti, Segretario confederale Uil e Carmelo Barbagallo, Segretario generale Uil Pensionati, intervistati da The Italian Times, si stanno battendo affinché la riforma del sistema riporti equilibrio sociale nel sistema previdenziale. Per le organizzazioni sindacali è necessario reintrodurre una flessibilità diffusa di accesso intorno ai 62 anni di età e stabilire che con 41 anni di contributi si possa andare in pensione a prescindere dall’età anagrafica.

 

Domenico Proietti, Segretario Confederale della UIL, si occupa in particolare delle tematiche economiche, fiscali e della previdenza pubblica e complementare. Autore di diverse pubblicazioni tra le quali Il profilo riformatore del sindacato (Tullio Pironti Editore, 2010), Una quotidiana dedizione al futuro. Nuove sfide per il sindacato riformatore (Tullio Pironti Editore, 2014) e Il Sindacato del futuro (Edizioni Lavoro Italiano, 2009).

 

Carmelo Barbagallo ha una grande esperienza del mondo del lavoro e dei difficili e conflittuali rapporti tra padrone e operaio. Da un negozio di barbiere a un pastificio, da una cooperativa ittica a un magazzino di smistamento postale, Barbagallo approda, infine, alla Fiat di Termini Imerese, la cittadina siciliana che gli ha dato i natali. Quello stabilimento diventa per lui, operaio specializzato, la fucina in cui si forgia all’attività sindacale. Lì inizia il suo percorso che, da delegato, lo porterà sino alla carica di Segretario generale della Uil nel 2014. Il 3 luglio 2020 è stato eletto all’unanimità Segretario generale Uil Pensionati nazionale.

 

Perché Quota 100 non verrà confermata. Cosa è andato storto?


Proietti e Barbagallo: “Quota 100 è una misura che ha offerto una possibilità di accesso alla pensione a migliaia di lavoratori, ma è una risposta parziale, un ambo secco! Dove se non si hanno 62 anni di età e 38 anni di contributi non si può utilizzare la misura. Proprio l’elevato requisito contributivo costituisce una soglia difficilmente raggiungibile per molte categorie di lavoratori e, ancora di più, di lavoratrici, basta pensare a determinati settori come quello edile o agricolo che sono caratterizzati dall’elevata discontinuità oppure ai dati inerenti la storia contributiva delle lavoratrici che generalmente è molto distante dal requisito richiesto. Per questo la UIL chiede ormai da anni con forza che sia reintrodotta una piena e diffusa flessibilità di accesso alla pensione per tutti i lavoratori e le lavoratrici”.

 

La domanda che si stanno facendo tutti in questo momento è: cosa accadrà dopo Quota 100?

Lavoratori usuranti e gravosi avranno un ruolo particolare nella nuova Riforma delle Pensioni. Lo stesso vale per discontinui e precari?

 

Proietti e Barbagallo: “La piattaforma del sindacato è chiara ed unitaria. Dopo una serie di interventi culminati con la legge Fornero che hanno fatto cassa sul sistema previdenziale è il momento di mettere in campo una vera riforma del sistema che non persegua i soli equilibri di bilancio ma che riporti equilibrio sociale nel sistema previdenziale. Per la Uil è necessario reintrodurre una flessibilità diffusa di accesso intorno ai 62 anni di età e stabilire che con 41 anni di contributi si possa andare in pensione a prescindere dall’età anagrafica. Bisogna, poi, varare una misura che garantisca ai giovani future pensioni adeguate ed al contempo valorizzare ai fini previdenziali il lavoro di cura, svolto prevalentemente dalle lavoratrici”.

 

Quali sono le ipotesi di Riforma delle pensioni sul tavolo del governo?


Proietti e Barbagallo: “Come Uil e Uilp, insieme a Cgil e Cisl, al tavolo di confronto con il governo sul sistema pensionistico abbiamo evidenziato con chiarezza quali siano le rivendicazioni presenti nella nostra piattaforma. In estrema sintesi: proroga di Ape sociale e di Opzione donna, con alcuni correttivi che introducano elementi di maggiore equità e razionalità; equiparazione ai fini previdenziali del part time orizzontale a quello verticale; semplificazione del contratto di espansione per le aziende fino a 500 dipendenti; nuovo semestre di silenzio assenso per i fondi pensione negoziali; soluzione definitiva per i lavoratori cosiddetti esodati; pensione di garanzia per i giovani e correttivi al sistema retributivo, relativamente ai requisiti e ai coefficienti; riconoscimento previdenziale e fiscale del lavoro di cura; ampliamento, per i pensionati in essere, della platea dei beneficiari della 14esima mensilità e incremento della somma per chi già la riceve.

Oltre alla nostra piattaforma rivendicativa sul sistema pensionistico, chiediamo una profonda riforma fiscale che riduca le tasse a lavoratori e pensionati, che oggi le pagano più degli altri, e affronti una volta per tutte il grande tema dell’evasione ed elusione fiscale e contributiva”.

 

Flessibilità sembra essere la parola chiave della Riforma delle Pensioni. Ce ne sono altre?


Proietti e Barbagallo: “Certamente serve una maggiore flessibilità – come Uil la chiediamo da tempo – che corregga l’eccessiva rigidità introdotta dal governo Monti, che ha utilizzato il sistema pensionistico per una gigantesca ‘operazione di cassa’ a danno di lavoratori e pensionati. Le modifiche attuate dai governi successivi sono state parziali e non strutturali. Noi siamo convinti che, per quanto riguarda l’età pensionabile, serva un cambio di prospettiva che tenga conto del fatto che le persone hanno percorsi lavorativi e di vita differenti.

Un’altra parola chiave per noi è sostenibilità sociale. Le pensioni devono consentire ai cittadini una vita dignitosa. E questo vale per gli attuali pensionati, che negli anni, per vari motivi, hanno subito una significativa riduzione del loro potere d’acquisto. E vale per i pensionati futuri, che, a causa di carriere lavorative più discontinue, precarie, meno retribuite e di meccanismi di calcolo, requisiti anagrafici, contributivi e di importo più penalizzanti, rischiano di non avere pensioni adeguate. Per questo le nostre proposte riguardano sia i pensionati in essere, per i quali chiediamo l’estensione della cosiddetta ‘quattordicesima’ e una riduzione della pressione fiscale; sia i giovani, per i quali chiediamo una ‘pensione di garanzia’ e correttivi al sistema contributivo.

Un’altra parola chiave è equità. Si devono introdurre correttivi per evitare ad esempio che le donne continuino ad essere penalizzate e a ricevere, a parità di lavoro, retribuzioni e pensioni più basse degli uomini.”

 

62 anni per tutti con 20 anni di contributi non è applicabile. Perché?


Proietti e Barbagallo: “Bisogna evitare la così detta ‘trappola dell’imprevidenza’, e quindi è necessario che siano varate misure che valorizzino ed incentivino la contribuzione versata dai lavoratori. Ma per la UIL, soprattutto nel sistema contributivo, non dovrebbero essere previsti limitazioni oltre quella dell’aver raggiunto un valore della futura pensione che sia adeguato a garantire la sussistenza del lavoratore, essendo implicito nel sistema contributivo un meccanismo che incentiva alla permanenza al lavoro.  A tal proposito chiediamo che vengano superati gli attuali paletti che prevedono per la pensione anticipata contributiva il raggiungimento di un importo della pensione pari a 2,8 volte l’assegno sociale”.

 

Il sistema pensionistico italiano è sostenibile?


Proietti e Barbagallo: “Sì, il sistema è sostenibile. La spesa per le pensioni in Italia è intorno al 12% perfettamente in linea con quella degli altri Paesi europei. Il nostro problema è però che i governi continuano a inviare in Europa dati sbagliati. Anche recentemente, nell’ultima Nadef è indicata una stima di spesa pensionistica pari al 17%. In questo modo il governo si fa male da solo e non può poi stupirsi se le istituzioni europee continuano a chiederci ulteriori ‘riforme’, nel senso di ulteriori tagli al nostro sistema pensionistico.

Per questo è fondamentale che partano finalmente i lavori della Commissione di studio per la classificazione della spesa pensionistica, così da arrivare alla separazione dell’assistenza dalla previdenza e fare una grande operazione verità su quanto spende veramente l’Italia per la previdenza. Ci sono voluti nove mesi per il via libera alla Commissione. Ora deve riunirsi e operare.

Non va, infine, dimenticato che il lavoro, stabile e di qualità, è il vero requisito indispensabile per assicurare la sostenibilità del sistema pensionistico, soprattutto in un sistema a ripartizione come il nostro”.

 

Si sta lavorando ad una pensione minima di vecchiaia per tutti da 780 euro. È vero?


Proietti e Barbagallo: “È sicuramente necessario intervenire per sostenere le pensioni in essere, il blocco della perequazione che perdura, in varie misure dal 2012 e l’elevata tassazione hanno indebolito il potere di acquisto dei nostri pensionati. Al momento sono diverse le misure che intervengono per sostenere il reddito dei pensionati, da ultima la pensione di cittadinanza, ma sono strumenti complessi che prevedono paletti e diverse parametrazioni che di fatto ne depotenziano l’efficacia. Per questo la UIL nella sua piattaforma rivendicativa chiede che tutte le misure ad oggi in essere siano armonizzate al fine di non disperdere le risorse e di renderle pienamente efficaci. Inoltre, per la Uil devono essere messi in atto ulteriori interventi volti a dare maggiore liquidità alle pensioni, con strumenti come la 14esima, ad esempio, che deve essere estesa ai pensionati con redditi fino alle tre volte il minimo, circa 1.500 euro”.

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