Longevo e frugale

Olanda, elezioni: Rutte verso quarto mandato, ma Kaag è nuova promessa

Impegnato nei colloqui di coalizione, il Premier festeggia exit poll. Ma la rivelazione delle urne è la leader D66, Ministra poliglotta al Commercio estero.

Olanda, elezioni: Rutte verso quarto mandato, ma Kaag è nuova promessa

L’esito della chiamata degli olandesi alle urne, segna una nuova vittoria di Mark Rutte, leader politico di lunga data e Premier uscente in seguito alla dimissioni, in stagione pre-elettorale. 

 

A causare la crisi politica era stato lo scandalo-rimborsi degli assegni familiari (tra cui il bonus bebè) che ha portato alla caduta dell’Esecutivo. Eppure, oggi è impegnato nei colloqui di coalizione per la riconferma del suo quarto mandato al Governo dell’Aja.

 

Exit poll: 35 seggi ai Popolari

In piena ondata di pandemia, la campagna elettorale per questa 3-giorni di legislative è stata relativamente breve e condotta per lo più in collegamento virtuale a causa delle misure restrittive anti-coronavirus. Ad Amsterdam, si è votato al Museo Van Gogh, negli hotel, nelle stazioni, persino nella chiese e nei centri culturali: luoghi facilmente raggiungibili anche in bicicletta.

Stando ai risultati elettorali, il Governo in via di formazione sarà pressoché un rimpasto di quello precedente. Era già nell’aria, infatti, che Mark Rutte, a capo dei Popolari per la libertà e la democrazia (VVD) al quarto successo consecutivo che assegna 35 seggi al partito (2 in più rispetto alle scorse elezioni e su un totale di 150 seggi), restano la prima forza politica del Paese. Il secondo posto va - con 26 seggi – al partito D66 (Centro-Sinistra), il terzo 18 al Partito della Libertà (PVV) con 18 seggi. Ne esce indebolito quindi il sovranista Geert Wilders (capo del PVV) tagliato fuori dal Governo.

 

 

“Vote of confidence” al Premier “Teflon”

È lo stesso Rutte ad esprimere grande soddisfazione per un “voto di fiducia” che definisce “schiacciante” (l’overwhelming vote of confidence, così se ne parla nelle testate internazionali). In Olanda, è soprannominato “Teflon” per la sua straordinaria capacità di uscire indenne dagli impasse politici.

 

Se i risultati definitivi confermeranno le proiezioni preliminari, Mark Rutte resterà al Governo di coalizione ricoprendo il mandato di Premier, dando continuità ad un incarico che svolge da 10 anni. Ecco perché è considerato uno dei leader nazionali più longevi della scena politica europea. In particolare, a Bruxelles è ‘etichettato’ anche come il negoziatore “frugale” di quei Paesi che hanno fatto resistenza prima di chiudere l’accordo (raggiunto al Vertice Ue del luglio 2020) sul maxi-fondo di ripresa, il Recovery Fund o NextGenerationEU.

 

Il Paese non è indenne dalle grandi difficoltà vissute da tutt’Europa e dagli impatti socio-economici dell’emergenza sanitaria, che si prevede possa avere effetti significativi anche nei prossimi risultati elettorali dei Paesi che quest'anno vanno alle urne. Nelle scorse settimane, nei Paesi Bassi ci sono state violente proteste contro le restrizioni imposte dal Governo per contenere i contagi di covid19. I media locali riportano che, nella terza notte di tumulti, disordini e cortei anti-lockdown (particolarmente intensi a Rotterdam), ci sono stati oltre 200 arresti.

 

La poliglotta Sigrid Kaag: sopresa delle elezioni olandesi

Stanno girando velocemente, nelle rassegne internazionali e sui Social Media, il video e le foto che ritraggono la “progressista” Sigrid Kaag nell’attimo di massima esultazione (annuncio degli exit poll) mentre salta e balla sul tavolo dell’ufficio applaudita dai colleghi del partito D66 e dal team elettorale. Ha 59 anni, parla sei lingue (tra cui l’arabo) e vanta un curriculum eccezionale ricco di esperienze all’estero. È attuale Ministro del Commercio Estero e della cooperazione allo sviluppo. Sotta la sua guida, la Sinistra liberale – a fronte del suo sorprendente successo alle urne - si aggiudica ben 24 seggi in Parlamento. L’emergere della Kaag ha strappato il secondo posto a Wilders (ultra-Destra). La Kaag è già seguita dagli osservatori internazionali essere stata nominata, nel 2014, Coordinatrice di una missione congiunta dell’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche in Siria.

 

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