Allarme scorte

Come la crisi dei chip mette a rischio anche i regali di Natale

Apple invita a anticipare acquisti: nuovi iPhone13 potrebbero andare a ruba per disponibilità limitata. Blackout in Cina: effetti su magnesio e alluminio.

Come la crisi dei chip mette a rischio anche i regali di Natale

Dopo l’allarme lanciato dall’industria automobilistica, è la volta del comparto tecnologico: un preoccupante stallo produttivo – dovuto alla carenza di chip - che sembra non avere precedenti nella storia. Si espande da settore a settore la difficoltà a procurare scorte di componenti essenziali, i micro-chip usati ormai nella maggior parte dei dispositivi elettronici e digitali che fanno parte della quotidianità (smartphone, computer, smartwatch o tablet). E la cui domanda sul mercato è in costante crescita.

 

Apple: “anticipare regali di Natale”, nuova policy su resi

Quello che non ci si aspettava, tuttavia, è che giganti multinazionali come Apple o i suoi concorrenti (es. Android) potessero effettivamente subire gli effetti di tale congiuntura. Eppure, il colosso della ‘mela’ ha fatto intuire di dover gestire la situazione in un periodo dell’anno determinante, sia per i suoi fatturati che per le attese dei clienti con la corsa allo shopping prenatalizio. “La disponibilità dei dispositivi è limitata, anticipate i regali di Natale”, si legge sul sito della Apple. In altre parole: chi prima arriva, trova perché – come potrebbe verificarsi per il magazzino - il rischio è di ritrovarsi con il carrello vuoto. Per limitare l’impatto negativo sugli acquisti, la BigTech ha inoltre cambiato –  in via eccezionale – la propria policy sui resi, estendo i giorni di tempo per restituire il prodotto fino al 20 gennaio 2022 per tutti gli acquisti effettuati entro il 25 dicembre (normalmente, la restituzione è consentita entro 14 giorni).

 

Strategia di Bosch: espandersi in Malesia

Con l’escalation della crisi della carenza di chip, le multinazionali stanno cercando soluzioni per investire sull’indipendenza strategica sviluppando i propri chip. Da Apple ad Alibaba a Oppo, il problema è avvertito in vista di perdite future.

Per far fronte alla crisi della carenza di micro-chip, l’azienda tedesca Bosch ha annunciato di espandere le attività di produzione e stoccaggio dei semiconduttori a Penang, in Malesia. Bosch prevede di investire oltre 400 milioni di euro nell’ampliamento dei suoi stabilimenti, non solo a Penang ma anche a Dresda e Reutlingen. Le spese e le operazioni di test dei chip dovrebbero iniziare dal 2022.

 

Crisi di magnesio e alluminio: effetti a catena

Le case automobilistiche, nelle ultime ore, stanno facendo i conti con un problema che sta già scombinando il mercato dell’export:  il crollo nell’offerta di magnesio. Il taglio nella produzione del minerale è dovuto alla crisi energetica in Cina, dominante per le scorte di magnesio (circa il 90% del totale globale). Un blackout di cui si parla da settimane, acuitosi a partire dai primi di ottobre e che ha portato ad una conseguente crisi dell’offerta di un altro materiale essenziale all’automotive: l’alluminio, necessario per la produzione dei semiconduttori utilizzati nelle automobili. Una carenza di forniture che ha creato il caos a livello mondiale, mettendo in difficoltà il settore.

I limiti alla produzione hanno un rapido effetto a catena lungo nelle fasi di approvvigionamento in diversi continenti. L’Unione europea dipende dalla Cina per circa il 95% dell’offerta. Alla fine ottobre, l’Associazione europea dei produttori di automobili (ACEA), con altre 11 associazioni di categoria industriale, ha lanciato un avvertimento sull’imminente carenza di magnesio. “L’Europa dovrebbe esaurire le scorte di magnesio entro la fine di novembre, con carenze di produzione, chiusure di attività e conseguenti perdite di posti di lavoro”.

 

Alluminio e acciaio: Ue-USA verso sospensione controversie commerciali

Ursula Von der Leyen e Joe Biden hanno avviato, al G20 di domenica e al COP26, discussioni su un accordo globale su acciaio e alluminio sostenibili. La notizia rassicurante – su acciaio e alluminio - è  che hanno deciso di sospendere le controversie bilaterali del WTO, nel contesto dello stop alle tariffe imposte in seguito alla disputa scaturita dal dossier Boeing-Airbus.

 

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