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la crisi ucraina

Sanzioni contro la Russia: a chi e con quali conseguenze (anche in Ue)

Scatta la reazione dell’Occidente al riconoscimento delle repubbliche filosovietiche in Ucraina. Divisioni nell’Ue sulla fermezza. Chi pagherà il conto?

Sanzioni contro la Russia: a chi e con quali conseguenze (anche in Ue)

I primi provvedimenti sono arrivati dagli Stati Uniti, poi l’Ue ha deciso un pacchetto di sanzioni, approvato all'unanimità dai ministri degli Esteri e dagli ambasciatori europei riuniti a Parigi. Una nota dei presidenti della Commissione e del Consiglio Ue, Ursula Von der Leyen e Charles Michel, chiarisce che le misure vogliono colpire "la capacità del governo e dello Stato russo di accedere a capitali, mercati finanziari e servizi dell'Ue per limitare il finanziamento delle politiche aggressive".

Dal canto suo la Germania ha deciso di sospendere il programma del gasdotto Nord Stream 2, mentre anche il Regno Unito e il Giappone hanno messo a punto una serie di provvedimenti specifici.

Ma la reazione di Mosca non si è fatta attendere e secondo il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, (che non vedrà Blinken domani)i provvedimenti peseranno anche sulla stessa Europea.

Secondo molti si tratta di misure progressive e troppo lievi. Ecco quali sono.

 

Sanzioni mirate

Innanzitutto le sanzioni sono mirate: la scelta è stata quella di procedere per gradi, a partire dal colpire banche, istituzioni e singoli oligarchi che hanno appoggiato la decisione del presidente russo, Vladimir Putin, di riconoscere le repubbliche filosovietiche ucraine del Donbass. "È un pacchetto che farà molto male alla Russia” ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Le sanzioni  sono state decise all'unanimità dai ministri degli Esteri Ue e riguarderanno anche "i membri della Duma russa che hanno votato questa violazione del diritto internazionale e dell'integrità territoriale e della sovranità dell'Ucraina". Inoltre, sarà colpita sarà anche "la capacità dello Stato russo e del governo di accedere al nostro mercato dei capitali e finanziari e dei servizi", con limitazioni "all'offerta di finanziamento e all'accesso del loro debito sovrano". Il ministro degli esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha anche aggiunto che l'Ue si riserva di aggiungere altre misure "se Mosca dovesse mostrare di andare ancora più lontano".

 

Divisioni all’interno dell’Ue

La realtà è che in molti ritengono che il pacchetto sia troppo lieve e l’Ue si sia mostrata troppo “morbida” per timore delle ripercussioni economiche delle sanzioni sugli stessi Paesi Ue. Lituania e la Lettonia avevano spinto per una linea più dura e sanzioni immediate: "Non dobbiamo aspettare nessun attacco" aveva affermato il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, aggiungendo: "l'Ucraina è già sotto attacco”. In effetti la spaccatura interna ha prevalso, dal momento che ci sono voluti due vertici – uno informale di 10 ore lunedì e uno martedì – per giungere a una sintesi. Anche l’Italia, nonostante il premier Mario Draghi abbia sposato la “linea degli Alleati”, preferirebbe la gradualità per evitare ripercussioni negative anche sull'economia europea. "Il riconoscimento delle due repubbliche autoproclamate del Donbass" da parte della Russia "è inaccettabile", e l'Italia è "assolutamente convinta nel procedere sulla strada delle sanzioni", ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Ma l'Italia, insieme ad Austria e Ungheria, Germania e Francia, non vorrebbero la mano troppo pesante. In effetti lo stesso Draghi non ha cancellato la visita a Mosca, per la quale però manca ancora una data, affermando: “La via del dialogo resta essenziale”. Salta, invece, il faccia a faccia tra il segretario di Stato Usa, Blinken, e l’omologo russo, Lavrov, in programma il 24 febbraio in Europa.

 

Lo stop al Nord Stream 2 e il gas dal Giappone

Lo spettro di un nuovo aumento del costo del gas e dunque nuovi rincari energetici pesa su tutta l’Europa, soprattutto dopo la sospensione del progetto del gasdotto Nord Stream 2. Ad invocarla era stato il presidente Ucraino, Volodymyr Zelensky, e Berlino ha accettato: il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha infatti annunciato poco fa che l’infrastruttura, già terminata, non sarà certificata e che quindi al momento non partirà. Per implementare le forniture di gas in Europa è stato intanto deciso di sottoscrivere un accordo con il Giappone per l'importazione di Gnl. D’altro canto la dipendenza dalla Russia resta: nel 2021 l’Ue ha importato gas (solo da gasdotti, escluse le importazioni di gnl) da Mosca per il 42%, il 50% del carbon fossile e petrolio, in quantità maggiore che non da Norvegia, Kazakistan e Stati Uniti.

 

Cosa hanno deciso Usa e Regno Unito

Le parole del presidente, Joe Biden, sono state chiare: dopo aver firmato un bando sugli investimenti e le attività commerciali e finanziarie da parte degli americani nelle regioni separatiste dell'Ucraina, ieri sera ha annunciato sanzioni "ben oltre" quelle per l'annessione della Crimea nel 2014 specificando che "sono difensive, non abbiamo alcuna intenzione di combattere contro la Russia". Poi ha chiarito che sanzioni avranno come conseguenza un aumento dei prezzi del gas per le famiglie americane: "Difendere la libertà avrà un costo anche per noi qui nel nostro Paese, dobbiamo essere onesti". Londra, invece, ha minacciato di bloccare l'accesso delle società russe a dollari Usa e sterline britanniche. Il governo britannico intende colpire tre oligarchi russi considerati vicini al Putin (Gennady Timchenko, Boris Rotenberg e Igor Rotenberg), prevedendo il divieto di viaggiare nel Regno Unito, di raccogliere risorse a Londra e il congelamento di qualunque bene ad essi riconducibile in terra britannica. Prese di mira anche cinque banche russe a cui sarà precluso l’accesso al mercato finanziario londinese: Rossiya, IS Bank, General Bank, Promsvyazbank e Black Sea Bank.

 

La risposta sprezzante di Mosca

Di fronte alla reazione occidentale, la Russia non ha mostrato tentennamenti. Al contrario, il ministro degli esteri, Sergej Lavrov, ha commentato: "I nostri colleghi europei, americani, britannici non si fermeranno e non si calmeranno finché non avranno esaurito tutte le loro possibilità per la cosiddetta 'punizione della Russia'. Ci stanno già minacciando con ogni sorta di sanzioni o, come si dice ora, 'la madre di tutte le sanzioni'". "Beh, ci siamo abituati – ha concluso - Sappiamo che le sanzioni verranno comunque imposte, in ogni caso. Con o senza motivo".

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