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Economia non domestica

Cointestario e garante, la via per il mutuo se la capienza non basta

Il primo è corresponsabile del pagamento delle rate, mentre il secondo interviene in via subordinata qualora il debitore principale sia inadempiente

Cointestario e garante, la via per il mutuo se la capienza non basta

Fino a 20 o 30 anni fa richiedere un finanziamento era molto meno complicato rispetto ai giorni nostri. La stabilità lavorativa collegata alla sicurezza economica del posto fisso facilitava sicuramente la concessione dei finanziamenti. Una giovane coppia pertanto aveva molte più possibilità rispetto a quelle di oggi di poter comprare casa. Infatti, tutti gli intermediari finanziari, prima di concedere un prestito o un mutuo, chiedono specifiche garanzie sulla solvibilità del cliente. Innanzitutto, viene valutato il merito creditizio del cliente; questo perché la banca, o chi eroga il finanziamento, si accerta che il potenziale mutuatario sia in grado di rimborsare le rate del prestito al netto del costo della vita di tutti i giorni. Solitamente infatti si richiede che la rata del mutuo non superi un terzo del suo reddito percepito e, qualora tale percentuale non venisse rispettata, il prestito può anche essere negato. 

 

Non scoraggiamoci però, ci sono sempre delle soluzioni che ci possono essere d’aiuto. Qualora il reddito non sia sufficientemente capiente da poter coprire il costo del finanziamento possiamo procedere con la nomina di un garante o di un cointestatario del mutuo. Entrambe le figure sono molto gradite dalla banca in quanto permettono di tutelarsi maggiormente in caso di insolvenza del richiedente. 

 

Il garante è colui che assume la responsabilità, assieme al mutuatario, della restituzione del capitale finanziato. Il garante però risponde in via non diretta, ma subordinata, ossia qualora il debitore principale sia inadempiente. In altre parole, se il debitore non dovesse più pagare le rate per un qualsiasi motivo, diventando insolvente, il garante dovrà farsi carico di questo onere. Tuttavia, al fine di tutelare maggiormente il garante, si possono firmare delle condizioni che fissano l’importo massimo dell’obbligazione o si interviene su quest’ultimo solo dopo aver agito nel confronti dell’obbligato principale.

 

I cointestatari sono, invece, tutti i soggetti contraenti del contratto di mutuo. In questo caso, pertanto, tutti i cointestatari sono egualmente responsabili del rispetto della prestazione concordata, ovvero il pagamento delle rate di mutuo e, pertanto, al mancato pagamento di uno, consegue l’obbligo di intervento dell’altro. In poche parole, i cointestatari hanno tutti gli stessi diritti e stessi doveri e sono reciprocamente responsabili. In sintesi, se il cointestatario è obbligato direttamente nei confronti della banca o dell’istituto erogante il finanziamento, il fideiussore/garante è tenuto al pagamento solo in caso di inadempimento da parte del debitore principale.

 

È da tenere in considerazione che un cointestatario permetterebbe di ottenere un finanziamento più sostanzioso, poiché per il calcolo della rata del mutuo andrebbero prese in considerazione le entrate nette di entrambi. Anche la presenza di un garante viene certamente tenuta in conto ai fini della determinazione della somma erogabile, ma molto meno. Un cointestatario è senza dubbio una garanzia migliore e più comoda per la banca, che in caso di mancato pagamento di una o più rate non dovrà impiegare tempo ed energie per recuperare i soldi dal garante.

 

Non tutti possono svolgere questi ruoli, in quanto gli istituti di credito verificano prima che la persona che si offre come cointestatario o come garante, a sua volta, possegga determinate caratteristiche idonee a tutelarli dal rischio di insolvenza. Ad esempio, a tal fine saranno valutati positivamente la titolarità di un bene immobile, ovvero di un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Anche il garante e il cointestatario, dunque, devono essere persone affidabili, solvibili e non presentare criticità.

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