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Variante Delta

Vaccini, Ciccozzi: “Importanti contro il Long Covid, anche ai giovani”

Parla uno dei massimi esperti di mutazioni: “Il virus non ci lascerà a breve. La scelta inglese è rischiosissima: sì alle mascherine senza distanziamento”

Vaccini, Ciccozzi: “Importanti contro il Long Covid, anche ai giovani”

In questi ultimi giorni e ore preoccupa la diffusione della variante Delta, che si dimostra più contagiosa, ma anche di altre come la variante Delta Plus o la Beta.


In alcune Regioni si rischia di tornare in fascia gialla e soprattutto si discute dell’obbligatorietà del Green Pass per accedere a cinema, teatri, ma anche persino ristoranti e bar o mezzi pubblici e scuole.

 

Ma quanto è pericolosa la variante Delta e quanto le vaccinazioni possono fermare contagi e nuove mutazioni? A rispondere è Il professor Massimo Ciccozzi, epidemiologo e direttore dell’Unità statistica e medica del Campus Biomedico di Roma, tra i massimi esperti di varianti, tanto da essere stato definito “l’uomo delle mutazioni”. E’ proprio Ciccozzi che esorta a non abbassare la guardia…e neppure la mascherina.

 

Professore, dopo aver fatto risalire i contagi nel Regno Unito e in altri Paesi, la variante Delta è ormai presente anche in Italia. Cosa dobbiamo aspettarci: nuovi cambi di colore e magari chiusure?


Massimo Ciccozzi: «L’aumento del numero di contagi significa che la variante Delta sta prendendo il sopravento su quella inglese. Al momento non ha una diffusione omogenea, ma si presenta in alcuni focolai, che oggi sono controllati e l’incidenza è bassa, quindi permette il tracciamento. Il rischio è che se permettiamo la circolazione del virus, la variante potrà spingere al rialzo delle ospedalizzazioni e dell’occupazione delle terapie intensive. Ad oggi penso che questi due parametri debbano essere considerati maggiormente rispetto all’indice Rt, perché sono meno variabili e maggiormente indicativi della situazione epidemiologica. In altre parole, al momento non ci sono dati per pensare a restrizioni immediate».

 

Sono due le domande ricorrenti: quanto è pericolosa la variante Delta, insomma se può far aumentare i ricoveri, e quanto sono efficaci i vaccini. Iniziamo dalla prima: si rischia di finire in ospedale se si viene contagiati?


Massimo Ciccozzi: «La vera differenza rispetto alla scorsa estate, quando si erano abbassi i contagi e le ospedalizzazioni, è che si veniva da un lockdown stretto. Quest’anno, però, possiamo contare sui vaccini che consentono una minore pressione ospedaliera, ma anche meno rischi di ammalarsi. Ciò che va sottolineato è che il vaccino taglia il ponte tra l’infezione e la malattia, anche con la variante Delta: ci si può infettare ugualmente, come dimostrato dallo studio israeliano condotto su Pfizer, ma in percentuale minore e soprattutto riducendo sensibilmente la possibilità di malattia, di avere sintomi importanti o di finire in terapia intensiva. Lo dimostrano i dati del Regno Unito dove, nonostante i 32mila contagi al giorno, i ricoveri sono pochi».

 

Cosa rischiano i più giovani, se non vaccinati?


Massimo Ciccozzi: «Ormai sappiamo che i giovani hanno una sintomatologia più lieve, anche se non vaccinati. Ciò che è meno noto, però, sono gli effetti del Long Covid, che si sta studiando proprio ora anche in Italia, al Monzino, specie da un punto di vista neurologico. Si tratta di conseguenze sul lungo periodo, a 6 mesi o anche 1 anno, che colpiscono a prescindere dall’età e dalla sintomatologia con la quale si è avuto il Covid, e che sono identiche sui soggetti interessati. Per questo è importante che si vaccinino anche i giovani, per evitare effetti negativi che potrebbero essere dati dal virus su organi differenti rispetto all’apparato respiratorio, come il cervello o il sistema neurologico».

 

Intanto cosa dobbiamo aspettarci a settembre? Insomma, le vaccinazioni potranno impedire la nascita di nuove mutazioni o dovremo metterle in conto?


Massimo Ciccozzi: «Sappiamo bene che se il virus continua muta e la preoccupazione non riguarda solo il nostro Paese. Esistono nel mondo sacche endemiche, come l’Indonesia, dove ci si continua a infettare a ritmo sostenuto e dove si creano nuove mutazioni. Lo stesso vale per l’India. E’ possibile e prevedibile pensare che, in caso di viaggi, nuove varianti possano arrivare anche da noi, per questo è importante il cosiddetto proteggersi e proteggere per “altruismo epidemiologico”. Per ora possiamo dire che tutte le mutazioni sono protette da una certa efficacia vaccinale: anche se non è totale, è provata almeno sui sintomi e con tutti i vaccini. Ma non possiamo prevedere se ci saranno altre varianti che riguarderanno altre zone della proteina e dunque potranno rendere inefficaci i sieri attualmente disponibili».

 

Pensa che sarà necessaria la terza dose di vaccino?


Massimo Ciccozzi: «Al momento l’FDA, l’agenzia regolatoria americana, l’Ema europea e l’Ecdc, il centro per lo studio delle malattie dell’UE, sembrano frenare, ma Pfizer ha già annunciato che ad agosto inizierà la sperimentazione per una dose di siero efficacie sulla proteina Spike sulla base delle attuali mutazioni. Forse servirà una terza dose, ma in inverno. D’altro canto il virus sarà nostro compagno di viaggio ancora a lungo, non ci lascerà a breve. Credo che sia plausibile che periodicamente ci sarà bisogno di una somministrazione, magari con biennale o con una periodicità maggiore, almeno fino a che il Sars-cov2 non si “addormenterà” talmente tanto da diventare una virosi umana paragonabile all’influenza o al virus del raffreddore. Ci vorrà tempo, però, e molto dipenderà dai nostri comportanti, cioè dalle vaccinazioni e dall’uso dei dispositivi di protezione, che non deve venire meno».

 

Significa che dobbiamo continuare a indossare la mascherina?


Massimo Ciccozzi: «Sì, ogniqualvolta non sia possibile mantenere il distanziamento, anche se si è vaccinati. All’aperto si può togliere, ma solo se ci sono le distanze che permettono di non essere infettati, perché si tratta sempre di un virus che si trasmette tramite le vie respiratore. Ciò che hanno deciso nel Regno Unito è un controsenso, così come quanto abbiamo visto in occasione della finale degli Europei a Wembley. La decisione di togliere l’obbligo di mascherina al chiuso (dal cosiddetto Freedom Day, NdR)».

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