EditorialiOpinioniAnalisiInchiesteIntervisteScenariFirme
Ritratti di guerra

Zelensky e Putin: chi sono i due protagonisti diretti del conflitto

Da un lato l’ex attore comico, diventato politico e guida dell’Ucraina, ora sotto attacco russo; dall’altro l’ex agente del Kgb, al 4° mandato presidenziale

Zelensky e Putin: chi sono i due protagonisti diretti del conflitto

L’offensiva russa nei confronti dell’Ucraina, temuta per mesi e che la diplomazia ha tentato da settimane di scongiurare, è esplosa in tutta la sua drammaticità.

Ma anche ha portato sotto i riflettori i due protagonisti diretti: il presidente ucraino, Volodymyr Zlenesky, con un passato da attore, per di più comico, ora alle prese con il dramma della guerra nel suo Paese; dall’altro l’ex agente dei servizi segreti russi, poi salito al potere che detiene ormai da molti anni, senza ammettere forme di dissidenza, come dimostrato dal caso dell’oppositore Sergej Navalny.

 

Chi è Volodymyr Zelensky

Dal passato di attore al presente di presidente di un’Ucraina alle prese con uno dei momenti più duri della propria storia, Volodymyr Zelensky è oggi un leader che invoca l’aiuto del mondo per salvare il proprio Paese, lui che anni fa interpretava il personaggio principale della serie tv "Il Servitore del Popolo". L’attuale numero 1 dell’Ucraina, infatti, ha un passato di attore e in quello che è stato uno dei telefilm più popolari nel suo paese vestiva i panni di un insegnante, diventato capo di Stato quasi per caso.

Ora lo è, in un momento difficilissimo sia per lui che per i suoi concittadini. Non più “Servitore del popolo”, ma guida. Zelensky ha 44 anni ed è stato eletto Presidente ad aprile del 2019, dopo un ballottaggio nel quale ha ottenuto oltre il 73% delle preferenze.

Per lui, però, ci sono stati solo pochi mesi di tranquillità a Kiev. Dall’altra parte dell’Oceano, infatti, l’allora presidente statunitense, Donald Trump, gli aveva telefonato, chiedendo di indagare sulle attività nel suo paese del figlio dell’avversario (e ora capo della Casa Bianca), Joe Biden.

Poi anche in Ucraina è arrivata la pandemia, che è costata la vita a 100mila persone nel Paese, dove ad oggi il tasso di vaccinazione è fermo al 33%.

Oggi l'ex attore (comico) non può permettersi di ridere e anzi interpreta, senza più fare l’attore, il ruolo più difficile della sua vita: traghettare il suo Paese fuori dalla guerra, proprio lui che in campagna elettorale aveva assicurato di mettere fine al conflitto all'est, nella regione del Donbass dove dal 2014 sono morte almeno 14.000 persone.

 

La vita privata di Zelensky

Nato a Kryvyj Rih il 25 gennaio 1978, Zelensky è figlio di genitori ebrei. Il padre è professore e la madre è ingegnere. Nel 2000 si è laureato in Giurisprudenza, senza però mai esercitare l’attività di avvocato perché fin dalla fine degli anni Novanta inizia a lavorare nel mondo del cinema come attore e sceneggiatore. Diventa popolare, un vero e proprio vip e la sua fama lo aiuterà poi nell’ascesa politica.

Oggi, però, il consenso politico è precipitato: secondo un sondaggio del centro ucraino per gli studi economici e politici, il 55% dei cittadini ritiene che Zelensky non abbia fatto abbastanza per evitare un conflitto e non lo considera un capo affidabile in condizioni di guerra.

Al suo fianco, però, restano la moglie, Olena Kyja?ko, e i due hanno due figli, Oleksandra e Kirilo.

 

Putin, l’uomo solo al comando

Ben diverso il cursus honorum di Valdimir Putin, l’uomo forte della Russia da oltre vent’anni a questa parte. Eletto Presidente nel 2000, è stato in grado di emergere a livello nazionale e internazionale, facendo risorgere la Federazione Russa dalle ceneri che sono seguite al crollo dell’ex Unione Sovietica. A giugno 2020, attraverso un referendum, la popolazione russa gli ha permesso di cambiare alcuni articoli della costituzione, garantendo al Presidente la possibilità di rimanere in carica fino al 2036, quindi il capo del Cremlino resta saldo nella sua leadership, costruita in anni di trasformazioni, dopo aver abbandonato i servizi segreti.

Di origini modeste, nato a San Pietroburgo (ex Leningrado) il 7 ottobre del 1952, dopo la laurea in Legge nel 1975 entrò nel KGB, per il quale lavorò dal 1985 al 1989 nella Repubblica Democratica Tedesca. Tornato in Russia, sostenne la perestrojka e, lasciati i servizi segreti nel 1991, ha ricoperto diversi incarichi nell'amministrazione municipale di San Pietroburgo, per poi trasferirsi a Mosca dove l’allora presidente Boris Eltsin gli affidò la direzione del FSB, il nuovo servizio segreto erede del Kgb. Da lì in breve fu nominato Primo Ministro e, in seguito alle dimissioni dello stesso Eltsin alla fine del 1999, candidato alla Presidenza della nuova nazione russa.

La guerra in Cecenia ne ha rafforzato l’immagine di uomo forte e il consenso, anche grazie a riforme interne come la privatizzazione di importanti imprese statali, le trasformazioni del sistema pensionistico, bancario e fiscale, gli interventi in campo economico (incremento della produzione industriale e agricola, e delle esportazioni). Le sue azioni anti-corruzione hanno colpito i magnati B. Berezovskij, V. Gusinskij e M. Chodorkovskij, mentre sul piano diplomatico sono state rafforzate le relazioni con la Cina.

 

Il rapporto con gli Usa

Dopo gli attentati dell'11 settembre 2001, ha riallacciato rapporti con gli Usa, culminati con gli accordi del maggio 2002 che prevedevano l'impegno della Russia e degli Stati Uniti alla riduzione degli arsenali nucleari e la collaborazione tra Mosca e la NATO.

Con la prima guerra in Ucraina del 2014, però, la Federazione Russa soffre a causa delle sanzioni internazionali che sono state imposte contro le sue aziende e che limitano le capacità di esportazione del Paese. L’applicazione delle sanzioni è stata causata dall’invasione e dalla successiva annessione della penisola di Crimea e ora le conseguenze dell’attacco all’Ucraina rischiano di avere effetti ancora più pesanti.

COPYRIGHT THEITALIANTIMES.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA