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La grande fiction

Sanpa, la docu-serie di Netflix scatena le polemiche

Sanpa- Luci e tenebre di San Patrignano, la docuserie Netflix, sta scatenando molte polemiche: la comunità si dissocia, Letizia Moratti prende le distanze

Sanpa, la docu-serie di Netflix scatena le polemiche

A venticinque anni dalla morte di Vincenzo Muccioli la  docu-serie “SanPa. Luci e tenebre di San Patrignano” (su Netflix),  riporta all’attenzione una storia tutta italiana, ma accende anche polemiche furibonde e divide il Paese. A pochi giorni dal debutto è uno dei titoli più visti, però la comunità di San Patrignano attacca la produzione e si dissocia.  “Perché il racconto che ne emerge è  unilaterale, sommario e parziale,  con una narrazione focalizzata in prevalenza su testimonianze di detrattori” si legge in una nota.

“Per correttezza abbiamo ospitato per diversi giorni la regista della serie, libera di parlare con chiunque all’interno delle nostre strutture e abbiamo inoltre fornito l’elenco di persone che hanno vissuto e vivono qui, tale elenco è stato totalmente disatteso, ad eccezione del nostro responsabile terapeutico Antonio Boschini, per lasciare spazio ad un resoconto unilaterale che paia voler soddisfare la forzata dimostrazione di tesi preconcette".

 

La comunità di San Patrignano si dice anche preoccupata, “per gli effetti negativi e destabilizzanti che potrebbero ricadere sulla comunità. Le spettacolarizzazioni, drammatizzazioni e semplificazioni presenti in un prodotto chiaramente costruito per scopi di intrattenimento commerciale potrebbero altresì colpire le purtroppo numerosissime persone e le loro famiglie che affrontano il grave problema della tossicodipendenza, oggi ancora emergenza nazionale. Quello che avevamo da dire, lo abbiamo detto. Ora torniamo serenamente a occuparci di quello che è il nostro lavoro quotidiano”.

 

La docu-serie Sanpa- Luci e tenebre di San Patrignano

 La serie ripercorre in cinque episodi gli anni di gestione di 'SanPa' da parte di Vincenzo Muccioli, dal '78 al 1995, anno della sua morte, descrivendo uno spaccato del contesto sociale, economico e politico del Paese di allora. I riflettori puntano sugli anni in cui  San Patrignano, la comunità che sorge a Coriano, nel riminese,  era uno dei centri di recupero per tossicodipendenti più grandi e famosi d’ Europa. Erano gli anni in cui l’Italia faceva i conti con il dramma dell’eroina. E l’opinione pubblica era spaccata in due: da una parte c’era chi sosteneva e riconosceva il ruolo importante che svolgeva la comunità offrendo una via di salvezza ai giovani caduti nel tunnel della droga e alle loro famiglie, dall’altra chi condannava i metodi estremi che venivano adottati, fino agli scandali che a fasi alterne andavano travolgendo San Patrignano.  Dall’uso delle  “catene di forza” e il ricorso alle “celle di isolamento” (punizione per chi tentava la fuga), alla morte di Roberto Maranzano, giovane ospite assassinato nel 1989. 

 

Il produttore della docuserie

Sanpa. Luci e tenebre di San Patrignanoè stato ideato e prodotto da Gianluca Neri,  scritto insieme a Carlo Gabardini e Paolo Bernardelli per la regia di Cosima Spender. La  docu-serie è suddivisa in cinque puntate. Cinque ore per raccontare quegli anni delicati e controversi attraverso 25 testimonianze, 180 ore di interviste con immagini tratte da 51 differenti archivi: “Per mettere gli spettatori in condizione di farsi domande spingerli a darsi risposte che di certo non pretendiamo di fornire noi”.  Ha detto il produttore.

 

Fin dagli inizi il progetto è stato sostenuto economicamente dalla famiglia Moratti, che ancora oggi  appoggia la comunità. Intervistata dal “Corriere della Sera”, Letizia Moratti , ha preso le distanze dalla serie : “Forse sono troppo coinvolta per un giudizio. Di sicuro mi ha colpito rivivere la disperazione di tante mamme che allora vedevano Sanpa come unica speranza. E mi ha colpito che nonostante alla regista fossero state completamente aperte le porte, a me e a tantissime delle persone che ci hanno contattato e ci stanno contattando in questi giorni è parso di vedere solo le ombre. Penso sia stata un’occasione persa, perché la droga rappresenta ancora oggi una emergenza e molti giovani affrontano il tema con la fragilità e le insicurezze tipiche della loro età. Non aver raccontato nessuna delle storie di fragilità che poi sono diventate forza e vita piena è stata un’occasione persa”. 

 

Le parole del presidente della Provincia

Il presidente della Provincia di Rimini, Riziero Santi,  è intervenuto sulla polemica: «Non credo sia utile tornare in alcun modo allo scontro ideologico di quel tempo, penso che in quella occasione lo Stato abbia fatto lo Stato, che non può tollerare l’illegalità. Come afferma Luciano Nigro nel docu-film: né a favore né contro acriticamente. L’abbiamo amato e l’abbiamo criticato. Il docu-film dice sostanzialmente questo. Da esso possiamo trarre spunto per essere tutti migliori e più preparati».

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